
Una tazza di té e poco meno di un’ora, 54 minuti di incontro, per riconciliarsi. Re Carlo III e il figlio Harry, ieri nel tardo pomeriggio si sono visti per la prima volta da 19 mesi, a Clarence House.
L’incontro e il tea time del sovrano con il duca di Sussex sono stati confermati poi da Buckingham Palace dopo che già alle 14 di ieri la partenza dall’aeroporto di Aberdeen in Scozia (vicino a Balmoral) di Carlo III diretto a Londra, aveva aperto lo spiraglio di possibilità per un incontro tanto desiderato dal principe Harry. Come dal padre, che non ha mai fatto mistero di tenere molto alla riconciliazione, nonostante tutto.
Oggi re Carlo torna in Scozia, da dove farà rotta verso Windsor solo a inizio settimana per accogliere la visita di Stato di Donald Trump a Windsor.
Il sovrano è arrivato a Clarence House verso le 16 di Londra, ad attenderlo due impegni ufficiali uno l’incontro del Privy Council, il Consiglio attorno alla Corona più antico della Royal family – famoso per riunirsi da sempre rigorosamente in piedi alla presenza del re – e per la consegna di un’onorificenza a un sopravvissuto all’Olocausto nella seconda guerra mondiale.
La sorpresa alle 17,20 quando il cancello che porta alla reggia abitata da Carlo, ed ereditata dalla regina Madre, Elizabeth Bowes-Lyon alla quale era molto legato, si è aperto per far passare l’auto con il principe Harry.
Due ore prima il principe aveva infatti lasciato il precedente impegno ufficiale (uno dei tanti impegni che ha svolto in questi quattro giorni londinesi dall’arrivo lunedì 8 settembre), con evidente fretta.
«Perdonatemi, devo correre via», si era infatti scusato Harry lasciando di fretta l’Imperial College London’s Centre for Blast Injury Studies, a White City lontano diversi chilometri da Clarence House. Lo aspettava il re.
Curiosità nello stesso centro dell’Imperial college dove sono curati tanti bambini feriti, amputati e menomati per la vita nei due conflitti in Ucraina e Gaza, anche il re era andato mesi fa a dare il suo sostegno morale e incoraggiamento. Harry ha fatto ieri una donazione di mezzo milione di dollari.
Un tea time che è durato quasi un’ora, prima che Harry si avviasse verso la City di Londra al grattacielo famoso per il nomignolo di Gherkin, cetriolo, per l’ultimo impegno prima del rientro negli Usa. Dove alla domanda sulla salute del re ha risposto sorridendo: «Sta benone, grazie molte».
Sul volto un sorriso disteso e pieno di ottimismo per il futuro della relazione con il padre, durante tutta la durata del cocktail per il via al progetto Invictus Horizons organizzato dalla Invictus Games Foundation .
Un incontro che ha avviato quella ricucitura di uno strappo iniziato nel gennaio del 2020 quando a sorpresa i duchi di Sussex comunicarono ai social, prima ancora che alla regina Elisabetta II, il loro desiderio di una vita lontana da Londra e soprattutto dalla Firm, la Ditta dei Windsor. L’inizio di una deriva di astio e recriminazioni tra i documentari velenosi con i Windsor su Netflix all’autobiografia del principe Harry.
A luglio scorso poi la svolta, con il primo meeting a porte chiuse in un club di Pall Mall degli emissari di Harry e del re per discutere della frattura in casa Windsor. Che ormai è un inizio di riconciliazione.
11 settembre 2025 ( modifica il 11 settembre 2025 | 10:24)
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