
DALLA NOSTRA INVIATA
WASHINGTON – L’attentatore ha sparato da una distanza di 180 metri colpendo al collo Charlie Kirk, mentre dibatteva di politica circondato da una grande folla di studenti sotto una tenda bianca nel campus dell’università dello Utah. In un video che circola sui social si vede che, pochi istanti prima dello sparo, Kirk stava parlando proprio di sparatorie negli Stati Uniti. Un membro del pubblico gli aveva chiesto: «Sai quanti americani transgender sono stati attentatori di massa negli ultimi dieci anni?».
Kirk, che è il fondatore di Turning Point, una nota organizzazione politica di destra nata nel 2012, diventata la più importante nel raggiungere i giovani, aveva replicato: «Troppi». La stessa persona lo aveva informato che sono cinque, poi gli aveva chiesto se sa quanti attentatori di massa americani ci sono stati in totale negli ultimi dieci anni. «Contando oppure no la violenza delle gang?» aveva ribattuto Kirk. Pochi istanti dopo quelle parole — intorno a mezzogiorno e dieci minuti — è arrivato il proiettile.
Trump e Vance: «Pregate per lui»
Kirk è stato portato in ospedale in condizioni gravissime, come si poteva intuire già dai video dello sparo. Trump e Vance avevano chiesto di «pregare per Kirk». «Un grand’uomo… Dio lo benedica», ha scritto il presidente sui social. Il vicepresidente aveva ricordato che è «un giovane padre». La moglie Erika, ex miss Arizona, e i due figli piccoli erano con lui. Ma poche ore dopo la tv online di destra Real America’s Voice annunciava per prima la morte dell’attivista, che veniva a ruota confermata dagli altri media statunitensi e dallo stesso presidente Trump sul suo social Truth, con un messaggio che fa capire la sua importanza per il movimento Maga: «Il grande, e anche leggendario, Charlie Kirk, è morto. Nessuno capiva o aveva a cuore la gioventù degli Stati Uniti meglio di Charlie. Era amato e ammirato da tutti, specialmente da me e adesso non è più con noi».
Un sospetto, fermato e poi rilaciato
Un sospetto, fermato subito dopo, avrebbe dichiarato: «Lo farei di nuovo». Ma secondo le notizie diffuse ieri sera è stato rilasciato. La caccia al presunto killer è finita un’ora più tardi. È stata la stessa Fbi a scriverlo su X quando in Italia era quasi l’una. Ha usato un’arma di precisione, era vestito di scuro ed ha sparato un solo colpo dal tetto di un edificio.
In un breve discorso alla nazione dallo Studio Ovale, nella notte Trump ha attribuito alla «sinistra radicale» la colpa per questo e altri attentati. Ha promesso che la sua amministrazione punirà «i responsabili, incluse le organizzazioni che finanziano la violenza politica, che perseguono i giudici e gli agenti e chiunque porti ordine nel nostro Paese». Ha fatto una serie di esempi, che includono l’attentato di Butler contro di lui, quello commesso da Mangione, gli attacchi contro agenti dell’immigrazione, ma non ha citato la violenza contro politici di sinistra incluso il recente omicidio di una deputata del Minnesota e del marito oppure l’attacco contro il marito di Nancy Pelosi.
Le tematiche di Kirk che hanno spaccato l’opinione pubblica
Le tematiche di cui stava dibattendo Kirk sono questioni che hanno spaccato l’opinione pubblica in America, con i conservatori che accusano il Partito democratico di aver esageratamente dato spazio ai diritti transgender e questi ultimi di avere causato diverse recenti sparatorie, mentre le persone transgender si sentono marginalizzate e prese di mira dal governo. Le condanne per la violenza politica sono giunte anche da sinistra: il leader dei democratici alla Camera Hakeem Jeffries, l’ex vicepresidente Kamala Harris, l’ex speaker della Camera Nancy Pelosi e molti altri. Il governatore dello Utah, il repubblicano Spencer Cox, ha parlato di «assassinio politico», il governatore della California Gavin Newsom, democratico, l’ha definito un atto «disgustoso e vile… dobbiamo respingere la violenza politica in ogni sua forma». Newsom aveva ospitato Kirk, oltre a Steve Bannon e altre figure della destra trumpiana, nel suo podcast e per questo era stato criticato da molti nel suo partito.
11 settembre 2025
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