
Entra nell’Auditorium del Museo del Violino con emozione, guardando – con un’evidente bellezza negli occhi – quello che ormai, per lui, è un ambiente «di casa»: Jamie Vardy è pronto per la serie A con la maglia della Cremonese. La stessa che indossa in conferenza stampa: bianca, con le righe grigiorosse e il logo della società. Prima i saluti del vicepresidente della Cremonese Maurizio Calcinoni, poi le parole del direttore sportivo Simone Giacchetta su quella che lui chiama «operazione Vardy»: «Se un mese fa mi avessero detto che sarei stato qui a presentare un campione come Jamie, gli avrei dato del visionario» dice. E invece è il numero 10 della Cremo, della squadra prima in classifica in campionato, vittoriosa su Milan e Sassuolo. «Nel mercato, cercavamo giocatori con qualità di valori umani e che avessero fame, di quelli che ti possono garantire o assicurare un numero di gol per mantenere la categoria».
Ed effettivamente il curriculum di Vardy ha le carte in regola: 324 i suoi gol in carriera e la magia, nelle gambe e nella testa che dimostra che «i sogni possono diventare realtà». Jamie prende la parola in inglese (col traduttore) e racconta le videochiamate prima di firmare l’accordo con mister Davide Nicola: «Il suo obiettivo, della squadra e della società è quello di rimanere in serie A» dice l’attaccante «poi comunque per un calciatore è importante anche sentirsi desiderato». E la Cremonese lo desiderava eccome. Era alla ricerca di quel tocco in più, sul campo e anche fuori dal campo. Mai stata così alta l’attenzione mediatica per la squadra e i tifosi sono sempre stati il dodicesimo uomo in campo. Vardy l’ha già capito: «Ho già conosciuto tanti tifosi in giro per la città, che è bellissima. Sono salito sul Torrazzo, sono andato a mangiare nei ristoranti, accolto da grande affetto». Non nasconde il problema della lingua ma per lui «il calcio è la vera lingua di comunicazione e con la squadra si dialoga con quello».
Ha portato a Cremona determinazione e grinta, le sue caratteristiche di sempre: «Partita dopo partita, si cerca di dare il massimo, ci stiamo allenando tantissimo in un allenamento che sta andando molto bene e mi sento quasi al meglio della mia condizione atletica» dice Vardy, in attesa di capire se scenderà in campo contro l’Hellas Verona nella prossima partita di lunedì 15 settembre. «Ho visto passione ed etica del lavoro di mister Davide Nicola. Partiamo da sfavoriti per rimanere in serie A, lo sappiamo, ma vogliamo invertire questi pronostici» conclude.
Non ci sono solo i giornalisti e i fotografi in sala, c’è anche lei, la moglie Rebekah Vardy, detta Becky. Lo filma col cellulare, sorride alle sue risposte, come chi sa di essere (in fondo) una delle parti fondamentali dell’accordo. E Jamie lo riconosce e lo ribadisce ogni volta che può: «Il trasferimento in Italia è stato un grande cambiamento per tutta la famiglia, ne ho parlato tanto con mia moglie prima. E lei -con i nostri figli- hanno accolto questa nuova sfida con entusiasmo». Lei sorride. Annuisce. Come a dire, ancora una volta «Io ci sono». Calciatore, marito e papà, che con la videochiamata riesce a dare anche adesso la buonanotte ai figli, rimasti temporaneamente in Inghilterra in attesa di sbrigare tutte la carte burocratiche. Ma assicura: «Hanno già visto il calendario e hanno già delle idee su quali partite venire a vedere allo stadio».
Vardy risponde per le rime a coloro che pensano che 38 anni, per un calciatore, possa essere un’età troppo avanzata: «Non vedo l’ora di smentire chi dubita di me. Io ascolto le mie gambe, finche non ci saranno segni di problemi fisico io continuerò a fare quello che ho sempre fatto, ovvero dare il massimo» dice. Il suo impegno sul campo, al 100%, è quello che l’attaccante inglese ha detto anche al Cavalier Giovanni Arvedi, patron della Cremonese: «Mi ha colpito la sua umiltà» racconta Vardy ricordando l’incontro con lui “Fa tanto per il club ma anche per la città. E mi ha regalato un libro su Cremona in inglese.
Poi racconta del calcio italiano, visto da Vardy: “Vedevo le partite di serie A in Inghilterra, un campionato molto competitivo. Il mio idolo? Alessandro Del Piero, mi piaceva vederlo segnare di settimana in settimana”. Non ha ancora parlato al telefono con Claudio Ranieri (“ma so che ha speso belle parole per me”) ma “tutt’estate ho parlato con Enzo Maresca che ha parlato benissimo del club, e della città”. Poi la firma con la Cremo. E il resto è il presente: il numero 10 grigiorosso è pronto a entrare in campo.
10 settembre 2025
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