
La Carovana dei Ghiacciai ha attraversato le Alpi. Otto aree glaciali in tre diverse nazioni. Otto ambienti simili e diversi al tempo stesso. Un’unica diagnosi. Il paziente, ovvero l’ambiente alpino, è malato. E la malattia si manifesta con un grave sintomo: la perdita di superficie delle grandi riserve di ghiaccio che per secoli hanno regolato il clima, la disponibilità di acqua e gli ecosistemi. E che hanno anche garantito la stabilità dei versanti montani. Che con i ghiacciai in ritirata e con il permafrost che se ne va, sono sempre più a rischio di dissesto idrogeologico.
Scienziati, studiosi e attivisti hanno percorso insieme questo viaggio. E la conclusione è una sola: bisogna agire e bisogna farlo subito. Con la prevenzione, lo studio, la mitigazione e le politiche di adattamento. In altri termini, fare quello che si può per provare a invertire la tendenza del cambiamento climatico, ma al tempo stesso prepararsi ad affrontare una nuova epoca in cui l’ambiente, anche quello delle terre alte, non sarà più quello che abbiamo sin qui conosciuto.
Una realtà che spieghiamo più diffusamente QUI, nel resoconto dell’escursione al bacino della Bessanese e della Ciamarella che ha chiuso il viaggio della Carovana e a cui abbiamo partecipato anche noi. E anche QUI, con le considerazioni finali che i promotori della spedizione – Legambiente, Cipra, Fondazione Glaciologica italiana – hanno messo insieme alla fine del percorso. In questo video
10 settembre 2025
© RIPRODUZIONE RISERVATA
10 settembre 2025
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