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Klarna debutta a Wall Street a 40 dollari ad azione: l’Ipo del «buy now pay later» vale oltre 15 miliardi

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C’è una big tech europea che sogna in grande: è la svedese Klarna, pioniera del pagamento a rate negli acquisti on line (o «buy now pay later», BNPL), che oggi – mercoledì 10 settembre – debutterà in Borsa, ma non a Francoforte, Londra o Parigi bensì al New York Stock Exchange.
 
Nell’Ipo la fintech ha raccolto 1,37 miliardi di dollari, mettendo fine a un’attesa durata anni, e oggi comincerà a correre a 40 dollari dopo che martedì la stessa società e alcuni dei suoi investitori – come il fondo Sequoia Capital, Visa, Permira, Bestseller, Atomico e Chrysalis – hanno venduto 34,3 milioni di azioni al di sopra della forchetta prevista tra 35 e 37 dollari (ticket KLAR). L’offerta ha valutato Klarna 15,1 miliardi di dollari ed è stata sovrascritta 25 volte, segno di un forte interesse sul mercato nonostante l’incertezza macroeconomica. Siamo tuttavia ancora lontani dalla stima del 2021, che, dopo il boom dell’e-commerce con la fine delle zone rosse post-Covid, l’aveva assurta al mostruoso valore di 45 miliardi di dollari, salvo poi ridursi a 6,7 miliardi l’anno successivo con l’impennata dei tassi di interesse e dell’inflazione.

I numeri e la prima redditività

Klarna è nata nel 2005 a Stoccolma, all’inizio con il nome di Kreditor e con lo scopo di facilitare i pagamenti on line. Ad avviarla l’allora 24enne Sebastian Siemiątkowski. Quando l’azienda ha acquisito Sofort nel 2014, è nato il Gruppo Klarna, mentre nel 2017 ha ottenuto la licenza bancaria lanciando così la sua app l’anno dopo. Oggi conta 110 milioni di clienti.

Andando a guardare il bilancio, i dati finanziari mostrano un netto contrasto rispetto agli anni precedenti. L’anno scorso infatti Klarna ha realizzato 2,8 miliardi di ricavi e utili netti per 21 milioni, la sua prima riga in nero dopo anni di perdite che si sono succeduti dal 2019 arrivando a 244 milioni di rosso. A pesare era stata l’espansione in America e in altri Paesi. Il passaggio alla redditività arriva dopo la riduzione dei costi e alcuni ripensamenti strategici, tra cui la cessione di attività “non core” e il rafforzamento delle partnership con le principali aziende tecnologiche. Ad esempio l’automazione delle operazioni di assistenza clienti basata sull’intelligenza artificiale ha consentito all’azienda di risparmiare 40 milioni di dollari all’anno e di ridurre la forza lavoro da 5.000 dipendenti nel 2023 a 3.500 entro la fine del 2024.

Il duello con Affirm

Klarna, come si dice in gergo calcistico, va a giocare nella metà campo avversaria: la concorrente statunitense Affirm la guarda dall’alto di una capitalizzazione di mercato di 29 miliardi di dollari e una crescita del titolo del 45% quest’anno. Il suo ultimo rapporto trimestrale ha mostrato un valore medio degli ordini di 276 dollari, contro i 101 dollari di Klarna per l’anno chiuso al 30 giugno, secondo la documentazione dell’Ipo. Mentre Klarna si rivolge principalmente ad acquisti di importo più ridotto e prestiti a breve termine, Affirm si focalizza su acquisti di maggior valore con finanziamenti a tasso zero più lunghi.

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10 settembre 2025 ( modifica il 10 settembre 2025 | 16:12)

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