
Ore contate per la libertà di Jair Bolsonaro: il verdetto è imminente e nessuno in Brasile scommette sull’assoluzione dell’ex presidente, neppure i suoi più fidi sostenitori. Due dei cinque giudici della Corte Suprema incaricati di giudicarlo ieri lo hanno dichiarato colpevole di tutti i cinque reati di cui è accusato, tra cui tentato colpo di Stato. Se oggi o al più tardi domani si aggiungerà il pollice verso di almeno un altro giudice (ipotesi che ormai è certezza), Bolsonaro verrà condannato. Rischia fino a 42 anni di carcere. L’ex presidente ha negato tutte le accuse.
Il primo giudice a votare, Alexandre de Moraes, nella sua lunga requisitoria ha paragonato Bolsonaro a un capomafia e ha detto che «non c’è alcun dubbio» che abbia organizzato il complotto, ancor prima di perdere le presidenziali del 2022 contro il suo rivale di sinistra, Luiz Inácio Lula da Silva.
I bolsonaristi sperano in una amnistia, sotto la crescente pressione della Casa Bianca. Trump ha già colpito il Brasile con dazi del 50% in rappresaglia per quella che ha definito una «caccia alle streghe» e ha annunciato sanzioni contro de Moraes.
Nella vicina Argentina (dove secondo gli inquirenti Bolsonaro pensava di chiedere asilo), il presidente di estrema destra Javier Milei fa i conti con la pesante sconfitta subita nelle elezioni provinciali di Buenos Aires domenica. Travolto dalla riscossa dei peronisti e dai sospetti di corruzione che hanno coinvolto la potente sorella Karina Milei, il leader della motosega ieri però ha incassato il pieno sostegno del Fondo Monetario Internazionale.
«Lo staff del Fmi lavora a stretto contatto con le autorità argentine nell’attuazione del suo programma per rafforzare la stabilità e migliorare le prospettive di crescita del Paese – ha scritto il portavoce del Fmi sui social – Sosteniamo il suo impegno a garantire la sostenibilità del quadro valutario e monetario del programma, nonché la sua continua adesione all’ancora fiscale e all’agenda integrale di deregolamentazione». Ma non è detto che l’appoggio di un istituto che non gode di grande popolarità in Argentina, aiuti Milei a risalire la china.
Questo articolo è stato pubblicato su America Cina, la newsletter del Corriere della Sera: per riceverla occorre iscriversi a Il Punto, e lo si può fare qui
10 settembre 2025
© RIPRODUZIONE RISERVATA