La deforestazione avanza in Amazzonia con un ritmo che non ha precedenti e che rischia di spingere il «Polmone verde» del Pianeta verso un punto di non ritorno. Nonostante un forte calo degli incendi, diminuiti del 74% in un anno, la deforestazione è cresciuta nel 2025 del 4%. A lanciare l’allarme il Wwf in occasione della Giornata Mondiale d’azione per questo straordinario ecosistema, istituita dall’Articolazione dei Popoli Indigeni del Brasile (APIB) per sensibilizzare sulla drammatica situazione di questo tesoro di biodiversità, riconosciuto come patrimonio Unesco, che ospita circa il 10% della biodiversità terrestre globale.

Il Wwf ricorda che, anche se in calo, gli incendi hanno conseguenze sul lungo periodo, come l’aumento locale della temperatura di circa 2,6°C. Come dimostrano i dati raccolti da una missione satellitare della Nasa e da uno studio della Columbia University, queste ondate di calore anomale provocate dalla deforestazione sarebbero mortali per l’uomo. Un evento confermato anche da una ricerca di Nature Climate Change che mostra come di migliaia di persone abbiano perso la vita in sud America per questo motivo negli ultimi 20 anni, e addirittura mezzo milione se si considerano tutti i Tropici.
Ad agosto le autorità brasiliane hanno sospeso la moratoria sulla soia,– misura chiave per la protezione della foresta che dal 2006 ha evitato la deforestazione di circa 17mila chilometri quadrati. Con questa decisione ulteriori 10mila chilometri quadrati potrebbero essere deforestati per la produzione di soia. Proprio a novembre (dal 10 al 21) tutti questi temi saranno al centro della COP30 che verrà ospitata in Amazzonia – a Belém, nel Parà – e che si pone tra gli altri il raggiungimento del target «Deforestazione Zero» entro il 2030. Un’occasione per discutere di soluzioni climatiche, rafforzare il multilateralismo e promuovere il consenso sugli obiettivi globali per ridurre le emissioni di gas serra.
Il Wwf lancia anche l’allarme su alcune richieste che il mondo dell’industria e della politica stanno portando avanti per indebolire il Regolamento Ue sulla Deforestazione (EUDR), proponendo esenzioni per alcuni Paesi, l’esclusione di parte degli operatori della filiera e la rimozione dell’obbligo di geolocalizzazione delle aree di produzione. Così facendo si ridurrebbe drammaticamente l’efficacia della normativa e si rischierebbe di lasciare spazio a pratiche illegali e al degrado delle foreste a livello mondiale.
5 settembre 2025 ( modifica il 5 settembre 2025 | 12:17)
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