
In Giappone c’è un posto dove il tempo si è fermato. Non è un tempio, né una villa nobiliare. È una vecchia concessionaria, due piani di cemento e vetro ai margini di una strada provinciale nella prefettura di Gifu, non lontano da Nagoya. Si chiama – o meglio, si chiamava – ProAuto. Oggi è chiusa, silenziosa, ma tutt’altro che vuota: al suo interno riposano decine di auto sportive europee degli Anni 60 e 70, tutte in attesa di un destino che non arriva mai. Chi ci passa accanto potrebbe pensare a un semplice capannone dismesso. Ma se ci si avvicina alle vetrate, tra la polvere si intravedono linee familiari e straordinarie.
Di tutto, di più
Ci sono, tra le altre, una Lotus Europa, una Renault Alpine A110, Mini d’epoca, qualche replica di Bugatti Type 35 ma anche un vecchio Renault Express carico fino al tetto di autoradio e componenti smontati. Intorno all’edificio, la vegetazione ha iniziato a prendersi lo spazio: l’asfalto del piazzale si sta sgretolando, le gomme delle auto si sono appiattite, eppure tutto è sorprendentemente integro. È un limbo meccanico, dove ogni cosa è sospesa. Ed è qui la vera sorpresa: decine di auto sportive europee. Non parliamo solo di modelli comuni: alcuni degli esemplari custoditi a Gifu hanno un valore storico e collezionistico enorme. Oltre alle già citate Lotus e Alpine, ci sono anche vecchie MG, piccole Ginetta da pista, e – secondo chi è riuscito a osservare da vicino – anche una Porsche 911 prima serie, verosimilmente degli anni ’60.
Auto abbandonate e ricambi
Ma non è solo la quantità a colpire: anche i ricambi sono ovunque. A differenza di molti luoghi realmente abbandonati, la ProAuto non è del tutto incustodita. Il proprietario, noto agli abitanti locali solo come Fukui-san, vive ancora nei paraggi e passa di tanto in tanto a controllare. Non ha mai venduto nulla. Non ha mai permesso a nessuno di acquistare le auto, né l’intera proprietà. Le ragioni? Un mistero. Alcuni parlano di un legame affettivo fortissimo con le auto. Altri ipotizzano difficoltà legali, problemi di successione o vincoli catastali. Di certo c’è solo una cosa: chi ha provato a fare offerte si è sempre sentito rispondere “no”. La struttura è protetta da telecamere e sensori, e benché sembri decadente, non è un luogo abbandonato in senso stretto. È più simile a un mausoleo, un santuario inaccessibile.
21 agosto 2025 (modifica il 21 agosto 2025 | 09:47)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
21 agosto 2025 (modifica il 21 agosto 2025 | 09:47)
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