
Come altre volte i guerriglieri sono sbucati da un tunnel nei pressi di una palazzina trasformata in postazione israeliana a Khan Younis, nel sud di Gaza. I soldati sono stati colti di sorpresa ed hanno reagito solo dopo che i mujaheddin hanno aperto il fuoco. È seguita una battaglia durata tre ore con 15 militanti uccisi, compreso uno schiacciato da un carro armato mentre tentava di sparare un razzo anti tank. Tre i militari feriti.
Hamas ha esaltato l’operazione parlando anche di un’azione suicida. Di sicuro era una missione di non ritorno, votata al martirio. L’Idf, invece, ha aperto un’inchiesta per scoprire il mancato allarme. La galleria usata dal commando era conosciuta ed era stata in parte neutralizzata ma gli «scavatori» – stando alla versione ufficiale – hanno aperto un’uscita secondaria e sono stati in grado di sferrare il colpo. Erano bene armati, avevano una barella che forse volevano usare per trasportare un eventuale prigioniero. Infatti, l’intelligence ha lanciato l’avviso: la fazione vuole mostrare la propria forza catturando ostaggi durante la nuova offensiva decisa da Tel Aviv.
Il conflitto tra Israele e Hamas, le ultime notizie in diretta
Lo scontro è avvenuto a Khan Younis, settore dove l’esercito ha manovrato da mesi e avrebbe dovuto avere maggiore controllo. Invece gli incursori sono rispuntati dal sottosuolo usando un modus operandi consolidato. Ed ora ci si chiede cosa potrà accadere a Gaza City, prossimo obiettivo della campagna.
Gli israeliani, negli ultimi giorni, hanno sottolineato i risultati ottenuti. Da marzo sarebbero stati uccisi 2100 avversari, hanno ridotto le possibilità di Hamas privata degli uomini migliori. I battaglioni – decimati – muovono autonomamente, però esiste sempre una gerarchia diretta da Ezzedine al Haddad oggi al comando. Le stime parlano di 20-30 mila in armi, magari non troppo esperti ma che imparano ogni giorno sul campo. Secondo un’inchiesta della Bbc il movimento sarebbe in grado di pagare salari a migliaia di «dipendenti». Somme inferiori rispetto al passato, denaro però utile nella situazione di emergenza. Fonti citate dall’emittente britannica spiegano che Hamas, alla vigilia del 7 ottobre, avrebbe nascosto milioni di dollari in contanti.
L’imboscata di Khan Younis ha fornito indicazioni interessanti. La formazione ha attaccato con nuclei separati ed ha lasciato un gruppo di fuoco, dotato di mitragliatrice e RPG, a difesa della galleria. Momenti registrati da un video dei droni. Altri filmati, riferiti ad episodi analoghi, hanno mostrato come i combattenti operino in team davvero ridotti per piazzare cariche, sparare con mortai e fucili da cecchini. Alcuni si coprono con teli color cemento per mimetizzarsi tra i cumuli di rovine. Le case spianate dalle cannonate, così come le montagne di macerie diventano «protezioni» usate per avvicinarsi il più possibile alle postazioni dell’Idf. I soldati se ne stanno rintanati nei corazzati e ciò li espone alle mine magnetiche applicate da militanti che usando le gallerie e facendo zig-zag tra le «colline» di terriccio arrivano fin sotto il carro. Non è solo la propaganda della guerriglia a raccontarlo, ci sono brevi video clip a confermarlo.
Lo Stato Maggiore israeliano teme le insidie di Gaza City, per questo potrebbe circondare le aree per poi passare alla «conquista»: gli esperti prevedono distruzioni massicce, conseguenze pesanti per i civili, molte vittime che andranno ad aggiungersi alle decine di migliaia dall’inizio del conflitto. Una tragedia senza fine. Ed è ancora l’intelligence – secondo i media – a ricordare come le fazioni palestinesi possano sempre contare sui cunicoli. Pare impossibile ma ne avrebbero costruiti di nuovi, riattivati alcuni che erano stati parzialmente danneggiati, usato passaggi paralleli non scoperti. È difficile valutare la consistenza di queste rivelazioni perché i due contendenti, per ragioni diverse, insistono su importanza/estensione dei tunnel. Tuttavia, quanto è avvenuto il 20 agosto con la sortita di Khan Younis è una prova indiretta dell’efficacia persistente delle gallerie. Note, studiate, forse sottovalutate. È, però, altrettanto vero che il contrasto di questa minaccia è complesso ad ogni latitudine e nella striscia lo è ancora di più perché Hamas ha investito tanto, acquisito tecniche, preparato elementi fin da decenni mentre l’Idf è sempre stata costretta a inseguire.
22 agosto 2025
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