
Tutto uguale, tutto diverso. Insidioso, come ogni impegno ufficiale a inizio stagione. Reiterativo, perché il mese di agosto in casa viola ormai da quattro anni offre il medesimo spartito. E certo in parte sorprendente, come la titolarità di Ndour al posto di Dzeko (anche per avere una soluzione offensiva dalla panchina) o come l’espulsione di Kean alla fine del primo tempo. In poche parole: il playoff di Conference.
La Fiorentina è ripartita dal Polissya e dall’anticamera dell’Europa, dal luogo che dall’estate 2022 in poi ha sempre proposto le prime risposte e indicazioni per la nuova stagione. Con il solo Sohm tra i nuovi acquisti in campo dall’inizio, Pioli ha schierato una squadra aggressiva e consapevole, come dimostrato dai due tiri e i due calci d’angolo dei primi quattro minuti: nell’approccio i viola sono rimasti fedeli alle intenzioni palesate dallo stesso tecnico gigliato alla vigilia del match. E nella ripetitività dell’appuntamento cruciale per l’accesso alla fase campionato della Conference la Fiorentina ha ripreso il cammino da dove si era interrotto a fine maggio, ovverosia da Moise Kean.
Formalmente resterà autogol di Kudryk, ma la conclusione da fuori dell’attaccante della Nazionale — prima sul palo e poi sul corpo dell’incerto portiere ucraino — ha non solo regalato il punto del vantaggio, ma anche riannodato le fila con la Fiorentina che fu. Repetita iuvant, si sarà in un certo senso detto anche De Gea. L’intervento del portiere spagnolo sul colpo di testa di Filippov a metà primo tempo — in una fase di leggero sbandamento dei viola — ha riaffermato ulteriormente il peso specifico dell’ex Manchester United, ma non solo.
Il gol del raddoppio di Gosens poco oltre il 30’, a culminare una magistrale azione verticale di Kean, ha ribadito il concetto: una nuova strada per fortificare il punto d’arrivo e la valenza dei leader del gruppo, già determinanti all’alba del nuovo anno sportivo.
Il calcio d’estate, però, è spesso effimero e alla fine del primo tempo la reazione di Kean — una gomitata verso Sarapiy, che prima aveva fermato il giocatore viola tirandolo per i capelli — ha confermato la caducità delle cose di Conference, con il rosso diretto che priverà Pioli del suo attaccante (come minimo) per la gara di ritorno.
La seconda frazione ha visto i viola senza grandi sforzi nella gestione dell’uomo in meno fino al sigillo (attesissimo) di Gudmundsson per lo 0-3 definitivo; nel finale c’è spazio tra gli altri anche per l’esordio in viola di Sabiri. In poche parole: il playoff di Conference. Tutto uguale, tutto diverso. Diverso come il risultato finale dell’andata rispetto al passato, quando l’Europa d’agosto era stata sinonimo di sofferenza e pathos. Con la qualificazione ormai indirizzata la parola adesso può passare al campionato.
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21 agosto 2025
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