
Filippo Degasperi non ha dubbi: la vicenda del nuovo ospedale di Cavalese è «una pantomima». Di più: «Una presa in giro». Considerando soprattutto, aggiunge il consigliere di Onda, che il presidente della Provincia Maurizio Fugatti qualche anno fa aveva fissato l’avvio dei lavori nel 2022 e il taglio del nastro in vista delle Olimpiadi invernali Milano-Cortina 2026. «Ma il 2022 è passato — osserva Degasperi — e temo passeranno anche le Olimpiadi». Senza che, è il sottinteso, in valle di Fiemme si festeggi quantomeno l’avvio dei cantieri di una delle opere più attese e più dibattute degli ultimi anni.
«Fugatti ha tradito le promesse fatte agli elettori» passa all’attacco il consigliere di Onda. Guardando ai cittadini della valle di Fiemme, ma anche a quelli delle valli di Cembra e di Fassa, ai quali l’ospedale è rivolto.
Le risorse
Nel mirino di Degasperi, una sorta di «gioco delle tre carte» rispetto alle risorse destinate al complesso. «Fugatti — torna indietro di qualche anno il consigliere di Onda — aveva i soldi, 35 milioni, e il progetto, quello che prevedeva la ristrutturazione dell’attuale ospedale di Cavalese». Non solo: «Aveva anche l’ok di tutti, compresa l’Azienda sanitaria». «Ma poi, dal nulla — rilancia il consigliere — è spuntata la proposta di project financing della Mak a Masi di Cavalese: di fatto, un progetto nuovo, in una sede che nessuno aveva immaginato». Una partita, quella del project financing della Mak costruzioni, che aveva scatenato un polverone. E che alla fine era stata accantonata. «Ora — tratteggia il quadro Degasperi — ci si trova senza un progetto e anche senza le risorse, visto che nel bilancio 2025-2027 non è previsto nemmeno un euro: i soldi sono stati spostati in un futuro non ben definito, con una previsione di 6 milioni all’anno dal 2028 al 2048. Ma da qui al 2028 la giunta può cambiare idea». Lasciando ancora le valli dell’Avisio senza una risposta. «Non riesco a capire — tuona Degasperi — come sia possibile che gli abitanti di quelle valli non alzino la voce. Se fosse successo con altre amministrazioni, in consiglio sarebbe successo il finimondo».
La proposta
Il governatore, dal canto suo, dopo le elezioni aveva rimesso mano alla prospettiva lanciando un percorso partecipato. «Sulla localizzazione devono decidere i territori» aveva chiarito il governatore. Un iter, questo, che nei primi mesi del 2025 si è concretizzato tra assemblee, incontri e presentazione di osservazioni da parte di cittadini e soggetti interessati. Quasi sessanta i contributi pubblicati sulla pagina ad hoc creata dalla Provincia sul proprio sito internet: tanti cittadini, ma anche consiglieri provinciali della zona, associazioni ambientaliste, partiti. E qualche istituzione. Come il Comune di Predazzo, che suggerisce una collocazione in fondovalle, tra Ziano e Masi. O come il Comun general de Fascia, che invita ad avvicinare la futura sede a Predazzo (e rivendica «il diritto di avere un ruolo nel processo decisionale»).
Suolo e viabilità
Sotto la lente, da parte di tutti, il consumo di suolo, ma anche il nodo della viabilità. «Ma il percorso partecipato — dice aspro Degasperi — è solo un modo per perdere ulteriore tempo, non certo per ridurre i tempi. Quando la giunta provinciale ha voluto accelerare sul project financing non ha chiesto il parere dei cittadini». Sulla sede, Degasperi fa capire di condividere l’idea di una struttura a Cavalese: «È l’ipotesi più ragionevole». Considerato che, conclude, «realizzare un ospedale sulla strada di fondovalle vuol dire infrastrutturare quel territorio. E l’impegno preso alla costruzione dell’arteria andava verso il mantenimento della zona, senza nuove infrastrutture».
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21 agosto 2025 ( modifica il 21 agosto 2025 | 16:57)
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