
«Ho detto e confermo che se il centrodestra mi chiedesse un impegno personale e diretto ci rifletterei, per il momento ribadisco il mio sostegno alla candidatura in campo del viceministro Cirielli. Non darei però troppo valore ai sondaggi sulle singole persone, in questa fase hanno un valore limitato. Le Regionali non sono una gara tra centometristi ma una partita a squadre: contano moltissimo le liste, le intese, i programmi, il raccordo con gli eletti del territorio».
Mara Carfagna, ex ministra berlusconiana, poi passata per poco nelle file di Azione, oggi segretaria di Noi Moderati, in pieno stallo candidature, è un nome che ricorre nei totonomi grazie anche a sondaggi favorevoli. Salernitana, come il governatore uscente di cui è stata ferma oppositrice, potrebbe diventare l’unica candidata donna nella tornata delle Regionali di autunno. Ma il condizionale è d’obbligo. La pausa estiva, i mal di pancia e i colpi bassi non sono uno sport in voga solo a sinistra in Campania. Anche nel centrodestra c’è maretta (soprattutto tra Lega e Forza Italia, ultimo casus belli la nomina all’Autorità portuale di Napoli).
La prossima settimana i leader dei partiti, con la premier Giorgia Meloni, si vedranno a Roma. Ma il vertice del 25 agosto potrebbe non essere risolutivo. C’è chi scommette che si arriverà a metà settembre. Anche perché si attendono le mosse degli avversari. «Penso sia giusto prendersi tutto il tempo necessario per definire squadra e programma — prosegue il ragionamento Carfagna — che incideranno sul futuro della Campania almeno per i prossimi cinque anni. Tutti sanno poi che in Campania vincerà chi saprà tessere alleanze col mondo riformista, che esiste, è vivace, produce un’ottima politica di territorio, come ho constatato anche personalmente».
Carfagna fa una sorta di appello all’area riformista come Azione, suo ex partito, attualmente nella maggioranza deluchiana ma pronta a fare armi e bagagli pur di non sostenere Roberto Fico. «Non riesco a immaginare — dice — che sindaci e consiglieri di ogni sigla dell’area moderata e centrista si impegnino a sostegno della scelta populista ed estremista del Pd. Credo che la riflessione del centrodestra riguardi soprattutto la possibilità di intercettare queste energie».
Oltre a Carfagna al tavolo delle trattative ci sono il deputato leghista Giampiero Zinzi, ma anche e soprattutto Edmondo Cirielli, viceministro degli Esteri cui non dispiacerebbe la battaglia delle Regionali. Ma dipenderà dai leader nazionali e in primis da Giorgia Meloni. Cirielli qualche giorno fa, al Corriere del Mezzogiorno, ha detto che in Campania esiste una classe dirigente di FdI e che oltre a lui ci sono Antonio Iannone o Marta Schifone. Ma per ora è tutt’altro che esclusa l’ipotesi civica: in pole Giosy Romano, un passato deluchiano e un presente fittiano, il responsabile della Zes unica meridionale starebbe anche già lavorando a una lista oppure il rettore dell’università Vanvitelli Gianfranco Nicoletti o il collega federiciano Matteo Lorito.
Il punto è uno: il centrodestra considera persa la Campania? Oppure la partita è aperta? Per Carfagna «la Campania è contendibile, assolutamente. Potrebbe essere la sorpresa di questo autunno. Il ciclo di Vincenzo De Luca è finito, non credo che i cittadini vogliano tenerselo come governatore-ombra, il ruolo che senz’altro avrà se vince la sinistra».
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21 agosto 2025 ( modifica il 21 agosto 2025 | 08:22)
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