
Un’assegnazione di premi molto discutibile ha rovinato all’ultimo giorno un festival che invece aveva saputo convincere sia la critica che il pubblico (con il record di 7.300 persone — 800 dirottate in un’altra sede — che hanno invaso la Piazza Grande per il Pardo d’onore a Emma Thompson).
«Two Seasons, Two Strangers» (Due stagioni, due sconosciuti) del giapponese Sho Miyake, premiato col Pardo d’oro dal presidente della giuria Rithy Panh, è un’operina carina, di quelle che vanno di moda in questi anni di crisi creativa. Prima vediamo la storia d’amore di due sconosciuti che si incontrano un’estate in riva al mare, poi è la sceneggiatrice che ha scritto la storia che decide di visitare quei luoghi in inverno e il destino le riserverà una sorpresa. Cinema e riflessione sul cinema, senza vera originalità, come Hong Sang-soo fa da anni (e meglio, aggiungerei).
Peccato, perché il concorso ha presentato film molto più interessanti, come «Mektoub, My Love: Canto uno» di Kechiche (di cui abbiamo parlato qualche giorno fa) o come «L’Illusion de Yakushima» (L’illusione di Yakushima) di Naomi Kawase, coproduzione nippo-franco-belga-lussemburghese che segue una dottoressa (Vicky Krips) da Parigi all’ospedale internazionale di Kobe, tra i bambini in attesa di un trapianto che la cultura giapponese non favorisce, in nome di una unità tra corpo e spirito a cui la morte non mette fine. E con cui la dottoressa deve imparare a fare i conti.
Il premio per la regia è andato ad Abbas Fahdel che con «Tales of the Wounded Land» (Racconti di un terra ferita) documenta la distruzione che ha subito il Libano meridionale nell’ultimo anno, ma che le lunghe immagini finali di un funerale di «martiri» gestito da Hezbollah colora di un’ambigua lettura politica.
Niente premi all’Italia nel Concorso ma quasi un trionfo nella sezione «Cineasti del presente» dove Aurora Quattrocchi è la miglior attrice per «Gioia mia» di Margherita Spampinato, film premiato anche dalla Giuria Cine+. E il premio al miglior attore per Levan Gelbakhiani va a un film, «Don’t Let the Sun» (Non lasciare che il sole), girato in buona parte in una sorprendente Milano bruciata dal caldo.
Ancora Italia nella «Settimana della critica»: il riconoscimento al film più innovativo dal punto di vista estetico formale ha premiato «Nella colonia penale» dove Gaetano Crivato, Silvia Perra, Ferruccio Gola e Alberto Diana documentano con ammirabile rigore il lavoro dentro e fuori dai carceri sardi dei detenuti.
16 agosto 2025
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