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Alcolock, i dubbi e le certezze sul sistema che impedisce a chi ha bevuto di guidare

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Dal 26 luglio, l’Italia ha voltato pagina sulla sicurezza stradale: è diventato operativo l’obbligo di installazione dell’Alcolock per chi ha riportato una condanna per guida in stato di ebbrezza. Si tratta di un dispositivo elettronico che impedisce l’avviamento del veicolo se il conducente ha un tasso alcolemico superiore allo zero. In pratica, il sistema funziona come un etilometro integrato nell’auto: il guidatore, prima di avviare il motore, deve soffiare nel dispositivo e solo in presenza di un livello di alcol pari a zero il veicolo si avvia. Lobbligo scatta al termine del periodo di sospensione della patente e durerà due anni per chi è stato sorpreso con un tasso tra 0,8 e 1,5 grammi per litro, e tre anni per chi ha superato la soglia di 1,5. Il costo dell’installazione – tra i 1.500 e i 2 mila euro – sarà a carico dell’automobilista sanzionato.

La stretta

Una misura che punta non solo a reprimere, ma anche a rieducare: chi tenta di aggirare il sistema facendo soffiare altri al proprio posto o manomette il dispositivo, incorre in sanzioni salate che superano i 600 euro e possono comportare nuove sanzioni sulla patente. E non si tratta solo di auto private: l’obbligo si estende a tutti i mezzi utilizzati dal conducente, inclusi autobus e autocarri. «Una vera stretta per chi intende guidare in stato alterato dall’alcol» dice Giordano Biserni, presidente di ASAPS, l’Associazione Sostenitori ed Amici della Polizia Stradale, sempre in prima fila nel chiedere maggiore attenzione alla sicurezza stradale, compresa quella per gli utenti vulnerabili. Non ha torto: i ciclisti uccisi nel primi sei mesi mesi del 2025 sono stati 106, a fronte degli 87 del 2024, con un incremento del 21,8%.

Auto vecchie, un problema

Detto questo, si stanno nascendo i primi dubbi sull’Alcolock, come spesso capita per normative varate più sull’onda del fenomeno che analizzando tecnicamente ogni aspetto. Già il costo dell’installazione non è indifferente: tra 1.500 e 2 mila euro, più le tarature annuali e i boccagli monouso, tutto a carico del trasgressore. Ma sul tema, Federcarrozzieri ha sottolineato le difficoltà dell’installazione su auto vecchie ricordando che il 22% del parco auto circolante in Italia ha un’età superiore a 19 anni. L’Aiped (Associazione Italiana Periti Estimatori Danni) ha trovato dei ‘buchi’ nel decreto e ha posto una serie di domande, perché le criticità potrebbero portare a contenziosi legali e ricorsi.

Chi controlla il dispositivo

Citiamo testualmente la loro nota ufficiale. «L’articolo 7, comma 5 del decreto attuativo stabilisce che “L’installazione e lo smontaggio del dispositivo alcolock non rientrano tra le operazioni tecniche soggette a visita e prova da parte degli uffici della motorizzazione civile”, ma non viene chiarito se il veicolo, dopo la rimozione dell’apparecchio, possa circolare liberamente senza ulteriori controlli, il che potrebbe portare a problemi di sicurezza o di omologazione, e a conseguenze legali in caso di sinistro stradale – spiega Aiped – L’articolo 8 impone poi al conducente di esibire il certificato di taratura con intervallo valido. Tuttavia, non viene specificato chi verifica se la taratura sia corretta: la Polizia Stradale in fase di controllo?».

12 agosto 2025 (modifica il 12 agosto 2025 | 18:42)

12 agosto 2025 (modifica il 12 agosto 2025 | 18:42)

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