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Un manoscritto ebraico per donare fondi a Gaza. La scelta (controversa) del Museo di Sarajevo

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Uno dei più importanti musei di Sarajevo devolverà parte dei suoi introiti al popolo palestinese. Anzi, gli introiti legati a un’opera in particolare, un antico manoscritto ebraico. L’operazione ha sollevato dubbi: perché scegliere proprio un oggetto della tradizione ebraica, tra tutti quelli custoditi? Non sarà un tentativo di addossare sugli ebrei della diaspora la responsabilità delle azioni di Israele a Gaza? Ciò sarebbe un cliché antisemita.

L’istituzione è il Museo nazionale della Bosnia ed Erzegovina e l’opera è la «Haggadah di Sarajevo», un manoscritto del 1300, redatta in Spagna e giunta nei Balcani passando per Venezia, del libro di storie e preghiere che si legge per la Pasqua ebraica. Il museo offre visite guidate per 30 marchi bosniaci (15 euro) e vende un’edizione critica (75 euro per l’edizione inglese). La visione senza guida è coperta dal biglietto d’ingresso.

La scorsa settimana il direttore, Mirsad Sijaric, ha annunciato la decisione di «devolvere gli introiti delle vendite della pubblicazione Sarajevo Haggadah – Art and History e dei biglietti per visitare l’Haggadah, per aiutare i palestinesi. Così facendo il Museo nazionale della Bosnia ed Erzegovina fornisce il sostegno al popolo palestinese, che sta subendo il terrorismo sistematico e a sangue freddo da parte dello Stato di Israele e, indirettamente, di chi lo sostiene o giustifica». E ancora: «In quanto istituzione che protegge il patrimonio storico-culturale, è nostro dovere sottolineare che sta avvenendo una deliberata cancellazione delle identità musulmana e cristiana in Palestina».

Solleva dubbi Amedeo Spagnoletto, direttore del Museo nazionale dell’ebraismo italiano e della Shoah a Ferrara. «Non contesto la mobilitazione per la causa palestinese, la raccolta fondi per i civili che pagano il prezzo più alto di questo conflitto. I musei non sono realtà neutre rispetto a ciò che avviene nel mondo», dice. «Ma perché non destinare gli introiti del biglietto d’ingresso? La scelta dell’Haggadah nello specifico solleva delle domande. Cosa rappresenta quel codice? Non certo lo Stato d’Israele, bensì da secoli la tradizione ebraica in Europa».

E conclude: «Mi piacerebbe capire il ragionamento di questa scelta in particolare. Mi chiedo se il messaggio possa essere che gli ebrei in quanto tali, con le loro memorie storiche, culturali e religiose devono pagare obtorto collo un prezzo per quello che succede a Gaza?». Il Corriere ha contattato Sijaric per un commento, ma non ha ricevuto risposta in tempo per la pubblicazione di questo articolo.

8 agosto 2025

8 agosto 2025

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