
«Mai penserei di lasciare da soli i miei funzionari qualora qualcuno avesse un problema. Questo sicuramente sì»: Matteo Salvini risponde così a chi gli chiede se estenderebbe l’immunità parlamentare alla capo di Gabinetto del ministro Carlo Nordio, Giusi Bartolozzi, qualora fosse chiamata a rispondere di quelle dichiarazioni sul caso Almasri che il Tribunale dei ministri sospetta siano state «mendaci». Sto facendo il ministro «in totale accordo con i miei funzionari, con il mio capo di gabinetto, con la mia squadra. Quello che decido io lo decidiamo insieme», dice il vicepremier.
Un’assunzione di responsabilità, che segue quella «politica e giuridica» di Nordio e della stessa premier («non governo a mia insaputa»). E arriva mentre impazzano voci su una presunta idea del governo di apporre il segreto di Stato a tutela della posizione di Bartolozzi.
Ma è un’ipotesi che esiste davvero? «Assolutamente no», assicurano da Palazzo Chigi. E una fonte qualificata della maggioranza concorda: «No, perché non c’è alcun segreto da tutelare. È stato fatto tutto con trasparenza. Non mentendo ma mantenendo, ovviamente, il riserbo su documenti classificati. Del resto lo stesso Tribunale dei ministri scrive che sta al Parlamento stabilire se c’era l’interesse pubblico. E poi? Prendersela con Bartolozzi sarebbe come se, ai tempi del Lodo Moro, si fosse andati a vedere le lettere del capo di Gabinetto per prendersela con Moro».
Mentre i costituzionalisti discutono se un eventuale reato di false dichiarazioni ai magistrati contestato alla funzionaria, sia da considerarsi «connesso» a quelli che vedono imputato il ministro e quindi finire per attrazione al vaglio della giunta delle autorizzazioni a procedere, oppure no, il presidente dell’organismo della Camera, Dori puntualizza: «La posizione del sottosegretario Mantovano sarà valutata dalla giunta solo perché la competenza del Tribunale Ministri per Nordio e Piantedosi lo ha “trascinato”. Così sarebbe avvenuto se vi fossero stati altri indagati per il medesimo procedimento».
Parallelo all’iter giudiziario che si concluderà ai primi di ottobre con uno scontato «no» all’autorizzazione a procedere, va avanti il caso politico. L’M5S attacca Nordio: «Ha mentito al Parlamento. È documentato, con date, orari, nomi, mail». E intanto «Almasri veniva messo su un aereo e sottratto alla giustizia». Infine le accuse di Maurizio Gasparri a Giorgio Zanchini di Radioanch’io, che al capo Anm Parodi ha chiesto di commentare un’inchiesta su Bartolozzi non indagata. «Riprende un gossip giornalistico per alimentare una campagna antigovernativa», ha affermato il capogruppo di FI. «Attacco scomposto, segno di un clima intollerabile per l’informazione libera e indipendente» rispondono i dem in Vigilanza. Ricordando che ora «l’Italia è entrata in procedura d’infrazione per la mancata attuazione dell’European Media Freedom Act». E Peppe De Cristofaro (Avs) chiosa: «La destra è nervosa sul caso Almasri e allora se la prende con i giornalisti».
Vai a tutte le notizie di Roma
<!–
Corriere della Sera è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati.–>
Iscriviti alla newsletter di Corriere Roma
8 agosto 2025 ( modifica il 8 agosto 2025 | 21:14)
© RIPRODUZIONE RISERVATA