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Les Amazones, d’Afrique, il coraggio e la libertà delle donne

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«La vostra vita ha valore e meritate rispetto, tenete la testa alta e non arrendetevi. Parola de Les Amazones d’Afrique». Sul palco sono in cinque – Assitan «Mamani» Keita, Ahouéfa «Fafa» Ruffino, Alvie Bitemo, Manuel Chavanet, Xavier Pernet – ma la forza che trasmettono è quella di generazioni di guerriere coraggiose.

Les Amazones d’Afrique, il collettivo musicale panafricano nato dieci anni fa in Mali per denunciare la violenza e le discriminazioni contro le donne, è attesissimo il 15 agosto al Time in Jazz, il festival ideato e diretto da Paolo Fresu a Berchidda, in Sardegna. Un Ferragosto energico che celebra la solidarietà, la libertà e l’amore, valori fondanti del gruppo creato da Valérie Malot, Mamani Keïta e Mariam Doumbia (del duo Amadou et Mariam).

«La grande sfida è stata denunciare le conseguenze negative di pratiche profondamente radicate nelle nostre tradizioni – afferma Ahouéfa “Fafa” Ruffino, una delle tre vocalist del gruppo -. Non è stato facile, ma negli ultimi dieci anni tutto si è evoluto in modo positivo».

La discriminazione di genere si esprime in diverse forme, Les Amazones ne sono consapevoli, la disparità di accesso all’istruzione, al lavoro, la mancanza di rappresentanza nelle posizioni di leadership sono al centro dei loro brani.

Temi urgenti che riguardano non solo l’Africa. Sottolinea Fafa, «bambini e donne sono le principali vittime della violenza in tutte le sue forme, specialmente nei Paesi massacrati dalla guerra come Congo, Ucraina e Palestina . È essenziale agire subito, l’impatto della violenza è devastante».

E mentre attendiamo il loro prossimo album dedicato all’attivista Angela Davis, l’artista termina riflettendo sul linguaggio rap e trap spesso offensivo nei riguardi della donna, «l’eccessiva sessualizzazione anche nei video è indecente. La musica ha un impatto enorme sul fronte culturale, bisogna tracciare un confine netto tra libertà artistica e responsabilità sociale». 

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8 agosto 2025

8 agosto 2025

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