
«Io non ho paura, ma questa vicenda ha coinvolto direttamente la mia famiglia: anche per questo non ho esitato a rivolgermi alle autorità competenti». Vittoria Baldino, deputata del Movimento 5 Stelle, commenta così la vicenda della lettera intimidatoria inviata al Comune di Paludi (Cosenza), di cui è sindaco suo padre. «Sulle intimidazioni non ho sospetti. Credo sia un gesto collegato al mio lavoro alla Camera. Non so se possa essere legato o meno alle prossime Regionali».
Tra i possibili candidati alla guida della Calabria circola anche il suo nome. Insieme a quelli di Pasquale Tridico e Anna Laura Orrico.
«Io sono molto orgogliosa della forza politica che rappresento e i calabresi ci danno molta fiducia: vuol dire che le battaglie che facciamo sulla sanità, sulla legalità e sulle infrastrutture portano dei risultati, mentre gli esponenti del centrodestra si limitano a tagliare nastri di opere che abbiamo lanciato quando eravamo al governo e a definanziare la sanità pubblica per favorire quella privata. Con questi presupposti il M5S vorrebbe avere l’onore di guidare la coalizione e io spero che sia la più ampia possibile».
Anche Pd e Avs rivendicano la scelta del candidato governatore.
«Da elettore non sarei felice di vedere un risiko di nomi sui giornali. Il fronte progressista unito saprà scegliere nell’interesse dei cittadini».
Dovete fare in fretta: il governatore dimissionario Roberto Occhiuto (che le ha espresso solidarietà per le minacce) vuole correre tra fine settembre e metà ottobre.
«Ancora una volta il centrodestra utilizza i calabresi come scudo. A Occhiuto non importa di loro. Lui vuole una riconferma per dribblare i problemi politico-giudiziari. Secondo me è un attacco alla democrazia: finge di voler dare la parola al popolo, ma nasconde qualcosa d’altro, altrimenti perché tanta fretta? Alle Regionali l’ultima volta ha votato solo il 44%. Non si tratta di cercare la riconferma dei calabresi, ma dei propri elettori».
Si parla anche di un vostro ricorso al Tar in caso di voto a fine settembre.
«Si tratta di una possibilità di cui abbiamo parlato. Vediamo come evolve la situazione, poi valuteremo».
L’asse con il Pd almeno a livello locale stenta a decollare. Ci sono state fibrillazioni nelle Marche, in Toscana, in Campania. Ora dovete scegliere come approcciarvi in Calabria. Se litigate ovunque, come farete alle Politiche?
«A livello nazionale, come sul piano regionale, noi vogliamo mandare a casa la destra e costruire un’alternativa seria e credibile. Per questo con umiltà e, mi lasci dire, anche con generosità, stiamo costruendo alleanze nelle Marche, in Campania, Toscana, Puglia e Veneto. Non è l’immagine di una coalizione che litiga, ma di una coalizione che discute. Non abbiamo il collante del potere che ci tiene uniti a ogni costo come è per il centrodestra e questo per noi è un vantaggio. Ogni regione ha una storia a sé, con sensibilità che meritano riguardo e rispetto. Per questo ci possono essere tempi più lunghi. Io per esempio sono molto contenta dell’esito della votazione della base M5S su Giani in Toscana».
Ma da quella votazione, però, uscite fortemente divisi. C’è chi auspica una forte riflessione interna al partito.
«Ci sono resistenze di quella parte della base che fino a oggi ha fatto opposizione. Si tratta di una posizione comprensibile, così come è comprensibile anche chi lavora al fianco del Pd ogni giorno nelle giunte cittadine e chiede un accordo. C’è stato un voto ed è emersa una maggioranza che in democrazia si rispetta sempre. Ma non bisogna dimenticare anche che l’occasione di entrare in giunta è anche l’occasione di portare avanti le nostre battaglie».
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8 agosto 2025
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