Home / Animali / L’Oasi faunistica di Vendicari: la riserva naturale simbolo di biodiversità

L’Oasi faunistica di Vendicari: la riserva naturale simbolo di biodiversità

//?#

I progetti di tutela naturalistica e faunistica fanno aumentare il numero delle specie di animali che vivono nel paradiso terrestre di Vendicari. Uno dei dati più significativi è quello della crescita di specie di uccelli: oltre 200. Per gli uccelli impegnati in lunghe migrazioni la Riserva Naturale orientata Oasi faunistica di Vendicari è una tappa fondamentale. Si tratta di un sito di alto valore nella tutela della biodiversità, nella salvaguardia, tutela e valorizzazione di un grande patrimonio naturalistico, ambientale e culturale. In questi luoghi vi è anche la presenza cospicua dei famosi fenicotteri rosa. 

Di notevole valore sono i «pantani», siti di sosta della migrazione di molti uccelli. La Riserva Naturale si estende per 1512 ettari e ha avuto anche la funzione storica e sociale di aver salvaguardato un ampio tratto di costa dalle speculazioni edilizie. Viene ritenuto uno dei luoghi più belli e suggestivi del Mediterraneo, si trova nel profondo Sud-Est della Sicilia, nel Siracusano. Vendicari è un insieme di costa, vegetazione, mare, fauna. E anche un sito ricco di storia umana: vi sono testimoniati attraverso i resti archeologici e architettonici, immersi nella natura, millenni di storia, dalla preistoria all’epoca greca, dalla fase bizantina al periodo svevo-normanno, agli aragonesi. Uno dei simboli architettonici del passato del sito è l’antica Tonnara.

La Riserva è una zona umida costiera di alto valore biologico per la presenza di biotopi differenti: costa rocciosa, costa sabbiosa, macchia mediterranea, pantani (salmastri e d’acqua dolce), saline, garighe e aree coltivate. I pantani rappresentano il cuore della riserva, qui vi sono molti fenicotteri rosa.

La molteplicità della vegetazione è favorita dalle caratteristiche ecosistemiche, ed in particolar modo perché si tratta di una zona umida costiera -proprio per questo aspetto riconosciuta a livello internazionale in base alla convenzione Ramsar-. Ricca di acque ad alto «tenore di salinità». Questo permette una notevole biodiversità sia a livello di vegetazione sia per gli animali che si adattano a questi contesti. L’alternanza dei paesaggi e delle condizioni ambientali consente sia lo sviluppo delle piante alofite sia quelle di acque dolci.

Per approfondire l’universo Vendicari, con i suoi molteplici aspetti, abbiamo sentito il commento dello scienziato Francesco Tiralongo, ricercatore e biologo marino dell’Università di Catania, esperto di ecosistemi marini e terrestri, che ha studiato e studia anche questo sito. «La Riserva di Vendicari rappresenta un autentico mosaico di biodiversità, dove l’incontro tra mare e terra, caratterizzato soprattutto dalla presenza delle cosiddette ‘zone umide’, ovvero i pantani salmastri, genera un sistema ecologico straordinariamente complesso e ricco. Questo tratto di costa siciliana ospita un’incredibile varietà di ambienti, dai pantani salmastri alle dune costiere, dai cordoni sabbiosi alle scogliere rocciose, che fanno della Riserva una delle aree naturalistiche più importanti del Mediterraneo centrale».

Quali sono alcune delle caratteristiche peculiari più originali?
«L’importanza per la biodiversità e il valore ecosistemico del confine terra-mare. Il confine tra ecosistemi terrestri e marini è sempre una zona di intensa vitalità. A Vendicari quest’interazione assume un valore ancora maggiore grazie alla presenza delle zone umide costiere, che fungono da cuscinetto ecologico e da nodo fondamentale per la rete migratoria degli uccelli. Ma non solo: queste aree sostengono anche anfibi, rettili, piccoli mammiferi, insetti e una ricca fauna acquatica che trova rifugio e nutrimento nelle praterie sommerse di varie specie di fanerogame marine e nelle acque basse costiere. È proprio questo interfaccia dinamico che consente la coesistenza di molteplici comunità biologiche e che rende Vendicari un hotspot ecologico».

Perché ci sono così tante specie di uccelli?
«La Riserva è parte integrante della rotta migratoria euro-africana: i pantani salmastri, in particolare, offrono sosta, nutrimento e rifugio a decine di migliaia di uccelli ogni anno. Per molte specie è una tappa fondamentale per recuperare energie durante i loro lunghissimi viaggi migratori. L’assenza di disturbo antropico, la qualità ambientale e le sue risorse trofiche rendono Vendicari un vero e proprio ‘ristorante naturale’ per i migratori. Ecco perché è possibile osservare qui specie spettacolari come il fenicottero rosa (Phoenicopterus roseus), un poco il simbolo della Riserva, ma anche aironi, cavalieri d’Italia, spatole, cicogne e varie specie di limicoli».

Quante specie vi sono? E vi sono quelle aliene invasive?
«In termini numerici si stimano oltre 200 specie di uccelli osservabili nell’arco dell’anno, tra nidificanti, migratori e svernanti. Per quanto riguarda la fauna terrestre e marina complessiva non vi sono studi specifici e approfonditi che abbiano stimato il numero di specie, ma la biodiversità risulta comunque complessivamente elevata grazie alla presenza di habitat eterogenei e complessi. Le spiagge dell’area sono spesso caratterizzate dalla nidificazione della tartaruga marina Caretta caretta, e da un’altra specie protetta che talvolta può cibarsi delle sue uova o giovani appena nati, ovvero il granchio fantasma Ocypode cursor. Per quanto riguarda la presenza di specie aliene invasive purtroppo anche Vendicari non è immune. Ha infatti ricevuto nel tempo, a intensità variabili, l’impatto del granchio blu (Callinectes sapidus). Il granchio blu è stato osservato soprattutto nei pantani e nei tratti lagunari della Riserva, dove ha trovato condizioni favorevoli alla sopravvivenza, grazie alla salinità variabile e all’abbondanza di cibo. Ciò sottolinea la necessità di un monitoraggio continuo per valutare l’evoluzione della sua presenza nella Riserva e per definire eventuali strategie di contenimento. La sfida, oggi più che mai, è trovare un equilibrio tra tutela degli ecosistemi e adattamento a un Mediterraneo sempre più influenzato da fattori climatici e biologici di origine antropica».

8 agosto 2025

8 agosto 2025

Fonte Originale