I passeggeri del volo AR1290 da Santiago del Cile a Mendoza, in Argentina, il 7 agosto non hanno avuto un viaggio molto tranquillo: l’Embraer ha dovuto affrontare turbolenze moderate lungo tutti i suoi 196 chilometri di rotta, con un picco poco dopo il decollo. Non è un caso. La tratta che collega le due città sudamericane è stata nel 2024 la più “movimentata” del mondo, tra le oltre 10 mila analizzate da Turbli, una piattaforma specializzata a tracciare questo fenomeno in alta quota.
Le diverse perturbazioni
Le turbolenze aumentano, in particolare d’intensità, secondo gli esperti. E con il cambiamento climatico i piloti non devono fare attenzione soltanto a quelle visibili sui radar meteo – anche installati nei musi degli aerei – ma anche a quelle in “aria chiara”, che s’incontrano cioè quando tutto intorno non c’è nemmeno una nuvola. Sono queste ultime, confermano comandanti e primi ufficiali, le più insidiose perché inattese. Anche per questo in Eurocontrol, l’agenzia che coordina i controllori di volo del continente, hanno assunto meteorologi.
Il caso del 2024
Le turbolenze sono entrate nella lista delle priorità delle compagnie aeree soltanto l’anno scorso. Quando un aereo in volo da Londra a Singapore ha incontrato una forte turbolenza subito dopo aver superato l’India: diverse persone sono rimaste ferite e un uomo di 73 anni è morto d’infarto. Pochi giorni fa un velivolo decollato da Salt Lake City e diretto ad Amsterdam è stato fatto scendere d’emergenza a Minneapolis dopo che la turbolenza severa ha scagliato persone e oggetti contro il soffitto (25 persone in ospedale).
Le statistiche
Come ricorda il National transportation safety board statunitense, ogni anno ci sono decine di migliaia di turbolenze. Di solito mantenere le cinture allacciate aiuta a ridurre i danni di quelle estreme. Ma alcuni casi degli ultimi due anni hanno mostrato anche danni strutturali significativi all’interno della cabina passeggeri, un ulteriore segnale che la loro violenza aumenta. Negli Usa tra il 2009 e il 2024 le turbolenze hanno causato oltre 200 feriti gravi, calcola l’Ntsb.
La metodologia
Analizzando i dati meteo dell’anno passato forniti da enti pubblici specializzati come il National oceanic and atmospheric administration (Usa) e il Met Office britannico, Turbli ha così stilato l’elenco sia delle rotte più turbolente del mondo, sia degli aeroporti maggiormente esposti a questo fenomeno atmosferico. La piattaforma non fornisce il dettaglio anche per compagnia aerea, così da capire se sono più esposti i voli del mattino, del pomeriggio o della sera/notte e in quale direzione.
Tra Cile e Argentina
Sulla base del “tasso di dissipazione” (che misura l’intensità della turbolenza atmosferica) la rotta Santiago del Cile-Mendoza ha avuto nel 2024 un valore di 24,68, quindi nella media gli scossoni sono stati moderati su quasi tutti i voli. Al secondo posto c’è un’altra tratta sudamericana, la Cordoba-Santiago del Cile. Si resta in zona anche per il terzo posto, su scala mondiale: Mendoza-Salta. La prima non sudamericana è Katmandu-Lhasa, al quarto gradino.
Nel Vecchio Continente
E in Europa? Sono soprattutto quelle che vedono le Alpi nel loro tragitto. Al primo posto, su base continentale, secondo Turbli c’è il collegamento Nizza-Ginevra (con un tasso di poco superiore a 16, quindi “leggero”). Poi Nizza-Zurigo. Al terzo posto c’è Milano Malpensa-Zurigo, seguito da Malpensa-Lione (servito con un Beechcraft 1900, un aereo piccolo). Poi Nizza-Basilea, Ginevra-Zurigo, Nizza-Lione, Ginevra-Venezia, Lione-Zurigo e Venezia-Zurigo (qui la classifica del 2023).
I dati di luglio in Italia
Quanto agli aeroporti – qui classificati non sulla base dei problemi in partenza o in arrivo, ma sulla fase di discesa e salita – per Turbli al primo posto per turbolenze c’è Santiago del Cile, seguito da Mendoza, quindi Salta. Il primo scalo europeo è quello di Paros. Sull’Italia la piattaforma calcola che a luglio di quest’anno, a tutte le quote, il 96,52% delle turbolenze nei cieli del nostro Paese sono state “leggere”, il 3,47% “moderate” e lo 0,01% “forti”.
L’evoluzione negli anni
Alcuni studi recenti avvertono che le turbolenze aumenteranno man mano che il pianeta si riscalda. L’aumento della differenza di temperatura nell’alta atmosfera rende secondo gli esperti più instabile il vento (sia come velocità che come direzione) e questo incrementerà gli scossoni anche in condizioni di cielo limpido. Nel Nord Atlantico — una delle rotte più trafficate del mondo perché ci passano centinaia di aerei ogni giorno — la turbolenza in aria chiara grave è aumentata del 55% nel 2020 rispetto al 1979, calcola una ricerca.
lberberi@corriere.it
7 agosto 2025
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