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Caso Almasri, Anm: «Processo a Bartolozzi avrebbe ricadute politiche». Nordio: «Invasione inaccettabile»

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Ancora una volta scontro a distanza tra magistratura e ministro della Giustizia sul caso Almasri. Un «processo a Bartolozzi avrebbe ricadute politiche», dice il presidente dell’Anm Cesare Parodi. «Inaccettabile invasione su capo di gabinetto», replica a stretto giro il ministro Carlo Nordio. 

 «Un processo dove vengono accertati magari in via definitiva certi fatti ha evidentemente un ricaduta politica, neanche tanto indirettamente, sulle persone coinvolte», ha detto il presidente dell’Anm, Cesare Parodi a Radio Anch’io, in merito all’ipotesi di un coinvolgimento indiretto dei ministri nel caso in cui il capo di gabinetto del ministero della Giustizia Giusi Bartolozzi, vada a processo per il caso Almasri. 

«Sono sconcertato dalle parole di un presidente Anm considerato, sino ad ora, equilibrato- replica Nordio- Non so come si permetta di citare la mia capo di gabinetto, il cui nome per quanto almeno mi risulta, non è citato negli atti. In caso contrario dovrei desumere che Parodi è a conoscenza di notizie riservate. Quanto all’aspetto politico, considero queste affermazioni, fatte da un autorevole rappresentante Anm, una impropria ed inaccettabile invasione di prerogative istituzionali». Sulle dichiarazioni è intervenuto anche il presidente dei senatori di Forza Italia Maurizio Gasparri: «Si resta veramente stupefatti di fronte a queste esternazioni, che – ha spiegato l’esponente azzurro – peraltro provengono da una persona che in altri contesti ha mostrato ben altro equilibrio. Purtroppo quando si diventa presidente dell’Anm sembra che sia obbligatorio perseverare nell’uso politico dalla giustizia, andando fuori tema e varcando, in maniera inaccettabile, i confini della propria funzione», ha concluso Gasparri.

Perché Bartolozzi rischierebbe un processo? Il suo coinvolgimento nella vicenda  emerge dalle comunicazioni interne tra i funzionari del ministero della Giustizia domenica 19 gennaio, dopo il blitz della Digos nell’albergo torinese dove alloggiava  Osama Najeem Almasriricercato dalla Corte penale internazionale. L’allora capo del Dipartimento affari di giustizia Luigi Birritteri scrisse proprio al capo di Gabinetto Giusi Bartolozzi per comunicarle le proprie valutazioni sull’avvenuto fermo di Almasri e segnalare subito l’eventualità che il ministro Carlo Nordio avrebbe dovuto compiere un «atto urgente». Senza il quale l’arresto del generale libico accusato di crimini di guerra e contro l’umanità sarebbe rimasto inefficace. Come poi è avvenuto. La riprova che invece al Guardasigilli fossero giunte solo informazioni scarne e del tutto generiche sarebbe —– per i sostenitori della correttezza del ministro e del suo braccio destro — invece nella mail precedente, inviata alle 14.35 a Bartolozzi da Birritteri, che scrisse: «Concordo su una prima valutazione (fatti salvi i necessari approfondimenti) inerente l’irritualità della procedura che sinora non vede coinvolto il ministero della Giustizia come autorità centrale competente. Domani faremo le nostre valutazioni, sulla base della documentazione che ci verrà eventualmente trasmessa».

Questa sarebbe la dimostrazione che a Nordio, la domenica pomeriggio, non era arrivato nulla che lo mettesse in condizione di decidere alcunché. Tutta la vicenda ruota dunque sul giallo delle comunicazioni. Sia Nordio che Bartolozzi hanno per ora respinto l’ipotesi di dimissioni. «Quando il tribunale dei ministri avrà sciolto la riserva saprete il contenuto delle carte» ha dichiarato la capo gabinetto. 

Parodi su Meloni: «Responsabilità politica e giuridica non sempre coincidono» 

Parodi durante la trasmissione ha commentato anche le parole della premier: «Meloni sostiene che è assurda la sua archiviazione mentre per gli altri venga richiesto il processo sul caso Almasri? Prendo atto di queste dichiarazioni, sicuramente dal punto di vista dell’onestà intellettuale apprezzabili, ma dico che la responsabilità politica e quella giuridica, penale, alle volte possono coincidere ma non necessariamente coincidono. Questo è il punto. Sbaglia chi ritiene che se c’è una, c’è anche l’altra, se non c’è una, non c’è l’altra. I meccanismi che individuano la responsabilità penale non sono gli stessi della responsabilità politica», ha detto a Radio Anch’io su Rai Radio1. «Io quindi credo che Meloni intendesse dire che lei si assume la responsabilità politica, come è normale che sia essendo il capo del governo, fermo restando che per la responsabilità penale andrà valutata. Sono due cose diverse», conclude.


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5 agosto 2025 ( modifica il 5 agosto 2025 | 12:39)

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