
Adottati, torturati e poi uccisi. Il tutto avanti a una telecamera pronta a filmare i tanti gatti – anche di pochissimi mesi – seviziati. I video, poi, condivisi e guardati da migliaia di utenti. È quanto scoperto da un’inchiesta condotta dalla Bbc.
Secondo l’emittente britannico il network, che sfrutta in molti casi un’applicazione di messaggistica crittografata per comunicare, è nato in Cina per poi diffondersi in breve tempo nel resto del mondo, includendo anche membri britannici.
Ma al di là della localizzazione, il meccanismo è sempre lo stesso. Vengono pubblicate, condivise e anche vendute immagini che mostrano mici torturati fino alla morte. Colpiti, feriti, sventrati o lasciati morire di stenti in piccole gabbie. E non solo: sono tanti i messaggi che incitano gli utenti ad adottare i gatti per poi sottoporli a ogni tipo di sevizia. Azioni, tutte queste, svolte sempre avanti all’obiettivo della telecamera.
L’inchiesta della Bbc arriva dopo che due adolescenti britannici hanno ammesso di aver torturato e ucciso a maggio di quest’anno due gattini in un parco a Ruislip, nel nord-ovest di Londra. Ma oltre ai media inglese, la diffusione del network è stata documentata anche dagli attivisti per i diritti degli animali dell’associazione Feline Guardians. Un lavoro congiunto che ha consentito di individuati 24 gruppi attivi solo quest’anno. Il più grande dei quali conta oltre 1.000 membri. Tra questi il torturatore più attivo ha filmato l’uccisione di oltre 200 gatti.
4 agosto 2025 ( modifica il 4 agosto 2025 | 16:23)
© RIPRODUZIONE RISERVATA