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Carta prepagata per cittadina russa con residenza a Roma da vent’anni

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Sono cittadina russa e vivo a Roma da 25 anni, non ho la cittadinanza italiana. A giugno di quest’ anno sono stata convocata alla Questura di Roma per motivi di aggiornamento della carta di soggiorno a tempo indeterminato e ho ricevuto la prescrizione di modificare i dati anagrafici nel comune di residenza ( luogo di nascita URSS invece Federazione Russa). Da questo giorno non posso più avere la carta prepagata. Le banche rifiutano di trattate con cittadini russi; non posso fare la ricarica sulla mia carta prepagata Sisal Pay – Mooney perché Mooney si rifiuta senza spiegazioni anche dopo numerosi richieste. Le Poste italiane non vogliono aggiornare il nuovo codice fiscale. Mi trovo in difficoltà! Cosa devo fare?

Liudmila

Il Comune e la Questura le hanno legittimamente chiesto di aggiornare la sua residenza anagrafica, sostituendo URSS con Federazione Russa, in base al luogo di nascita attualmente riconosciuto. Questo aggiornamento comporta anche la variazione del codice fiscale, in quanto tale codice è collegato ai suoi dati anagrafici (nome, data e luogo di nascita). Il Comune è obbligato a trasmettere questa variazione all’Agenzia delle Entrate, che provvede all’emissione del nuovo codice fiscale aggiornato. Poste Italiane non può rifiutarsi di aggiornare il codice fiscale nei propri sistemi se le è stato rilasciato dall’Agenzia delle Entrate un nuovo codice. Lei può recarsi presso l’Agenzia delle Entrate competente e richiedere l’aggiornamento e rilascio cartaceo del nuovo tesserino. Una volta ottenuto, può formalmente richiedere a Poste Italiane di aggiornare i suoi dati, allegando copia del documento e della nuova tessera sanitaria/codice fiscale. Se si rifiutano, può inviare reclamo formale e, in caso di ulteriore rifiuto, presentare un esposto all’Autorità Garante per i Dati Personali e all’IVASS per profili assicurativi-finanziari. Molti intermediari finanziari (banche, Poste, Mooney) applicano restrizioni soggettive ai cittadini russi, anche se residenti in Italia e non sanzionati individualmente. Questo comportamento è legalmente controverso, poiché non esiste alcuna normativa che imponga il blocco totale dei rapporti bancari per tutti i cittadini russi, ma solo per i soggetti nominativamente inseriti nelle liste sanzionatorie UE.

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