
Medici stranieri con specializzazione non riconosciuta in Italia in corsia, le Regione rassicura i pazienti e, anche, i detrattori della sperimentazione. «Non ci sarà alcun pericolo, abbiamo scelto l’ambito dell’emergenza-urgenza: i medici seguiranno i codici bianchi. Si tratta di un test con molte tutele, al fine di reperire personale, che non si trova, e garantire i servizi», spiega l’assessora veneta alla Sanità Manuela Lanzarin.
Stop ai «gettonisti»
L’accusa, invece, mossa da sindacati dei professionisti della sanità e dal Pd, di aver approvato un provvedimento illegittimo «è totalmente priva di fondamento». Spiega Lanzarin: «È una previsione di legge, introdotta con l’emergenza Covid (il decreto Cura Italia, ndr) ed è stata prorogata fino alla fine del 2027». Tre giorni fa, la Regione ha approvato un provvedimento che apre all’assunzione di sanitari i cui titoli non sono validi in Italia dopo lo stop all’usso di medici «gettonisti» ed è esplosa la bufera.
All’indomani della bocciatura della delibera da parte di tutti i rappresentanti nazionali dei medici (il Veneto è il primo in Italia a introdurre questa possibilità) e della Federazione regionale degli Ordini provinciali, il consigliere Verde Andrea Zanon chiede un consiglio regionale straordinario mentre il candidato del centrosinistra alla elezioni regionali Giovanni Manildo suggerisce a Palazzo Balbi di «fermarsi, subito». «Sospendente questa svolta pericolosa, affrettata, mai condivisa con i medici, gli operatori, gli Ordini professionali, i sindacati — incalza —. La possibilità di assumere medici stranieri con titoli non riconosciuti, in base a una norma nata durante la pandemia e oggi fuori dal tempo, è un azzardo amministrativo, sanitario e politico inaccettabile».
«Banco di prova»
Palazzo Balbi tira dritto ma apre alle richieste della Federazione veneta: «Sì alla creazione un elenchi separati e alla presenza degli Ordini nella commissione valutatrice», tende la mano l’assessora. Uno dei timori della Federazione è che chi sarà assunto non sia iscritto all’Ordine e quindi la sua formazione e posizione non possa essere monitorata, per questo è stata chiesta la creazione di un albo regionale ad hoc. In realtà, non è detto che questi sanitari siano sconosciuti agli elenchi professionali: potrebbero esserci italiani laureati qui ma con specializzazione conseguita all’estero come anche stranieri che hanno completato il riconoscimento della laurea ma non della seconda parte del loro percorso di formazione. Oppure medici che devono appunto ancora completare tutti gli iter. «È un banco di prova — continua Lanzarin —, vediamo quanti sono, che titoli hanno. Rispetto a chi porta medici dall’estero (la Calabria ha un accordo che prevede l’arrivo di 497 medici cubani entro il 2025, ndr) noi guardiamo a chi è qui. Magari risponde qualcuno che già opera nelle cooperative. Inoltre, prima scorreremo tutte le graduatorie esistenti».
Controllo delle competenze
Resta che, per Manildo, il provvedimento è «inaccettabile per le gravi incertezze legate al controllo delle competenze o a possibili problemi legali e amministrativi, ma anche perché rappresenta la certificazione più chiara dello stato di salute della nostra sanità: in affanno profondo». Zanoni lancia, invece, una provocazione a Forza Italia. «Va subito convocato un consiglio regionale straordinario — premette —. Servono tredici firme: noi dell’opposizione ne abbiamo dieci. Ora FI dimostri coerenza. Tosi ha parlato di misura “illegittima e rischiosa”? Bene, allora sottoscrivano la richiesta, non solo le parole. I suoi tre consiglieri possono permettere la convocazione. Lo facciano».
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4 agosto 2025
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