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Banche, il nuovo attacco della Lega: cedano parte dei loro utili per la rottamazione. L’alt di Tajani: roba da Urss

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«Le banche dovranno cedere una minima parte dei loro giganteschi utili per la rottamazione». Con una nota diffusa nel pomeriggio di ieri, la Lega torna alla carica contro gli extraprofitti delle banche e ricorda che «ridurre le tasse a chi lavora è la nostra priorità». Il partito guidato dal vicepremier Matteo Salvini sottolinea come «nel solo 2024 le banche hanno guadagnato oltre 46 miliardi di euro» mentre «milioni di italiani sono in difficoltà con cartelle esattoriali e debiti del passato». Quindi, se per contribuire alla rottamazione «le banche dovranno cedere una minima parte dei loro giganteschi utili, per la Lega sarà giusto farlo». Torna così il tema caro al leader leghista che già giovedì sera alla festa del partito a Cervia aveva rilanciato il ragionamento annunciando «un contributo volontario e spontaneo delle banche da redistribuire a tutti gli altri lavoratori e imprenditori italiani» come ipotesi su cui il suo partito «sta lavorando e sono convinto che lo porteremo a casa».

Lo stop di Tajani (Forza Italia)

Ma torna anche lo scontro con Forza Italia da sempre contraria ad
un intervento sulle banche, vista anche la partecipazione azionaria (30%) in
Banca Mediolanum della Fininvest della famiglia Berlusconi. E immediato arriva lo stop dell’altro vicepremier e leader di Forza Italia Antonio Tajani che rispedisce al mittente la proposta: «Accanirsi contro le banche non ha alcun significato, non è con la minaccia di tasse che si ottengono le cose».
E al Corriere Tajani chiarisce: «Le banche sono uno strumento fondamentale per un Paese come il nostro, con 4 milioni di Pmi, seconda potenza industriale europea». Per il vicepremier azzurro, «devono essere tassate come le altre imprese, devono dare il loro contributo alla crescita, ma attaccarle frontalmente significa mettere a repentaglio gli investimenti stranieri, spaventare i mercati». Poi l’affondo: «Noi non voteremo mai una tassa sugli extraprofitti. La parola “extraprofitto” non esiste nel diritto, è roba da Unione sovietica. E ricordo che l’assalto alle banche è anche assalto alle Popolari, al credito cooperativo, al tessuto connettivo dell’economia italiana».

La proposta che arriva in estate

La tassa, o il «contributo volontario», è un’idea che il leader leghista ripropone per la terza estate consecutiva e che ogni volta trova su fronti opposti i due vicepremier. Due anni fa uscì alla fine di un Consiglio dei ministri pre-ferie d’agosto e però poi per le banche si trasformò in accantonamenti di capitale. Lo scorso anno, dopo mesi di tensioni, si tradusse in un intervento per lo slittamento delle deduzioni fiscali. «La Lega ha le sue opinioni — cerca di chiudere la questione quest’anno Tajani —, noi le nostre che sono completamente diverse». E però il nuovo intervento leghista mostra che l’argomento è tutt’altro che archiviato. Anche se in Fratelli d’Italia l’idea viene definita «impraticabile». 
Si inserisce nella querelle, il leader Cinque Stelle Giuseppe Conte: «Ormai ogni estate Salvini si sveglia e sa che dovrà parlare nei comizi di una tassa sui profitti delle banche; Forza Italia sa di dover alzare la voce; Meloni per rimanere a Palazzo Chigi, deve continuare a dire no alla nostra proposta di tassare gli extraprofitti bancari nonostante gli utili del +183% dal 2021: risparmiateci almeno il teatrino».

2 agosto 2025 ( modifica il 2 agosto 2025 | 22:51)

2 agosto 2025 ( modifica il 2 agosto 2025 | 22:51)

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