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Strage di Bologna, il ricordo a Bari del sindaco Leccese: «Fondamentale non dimenticare l’attentato neofascista»

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Era il treno delle vacanze, della spensieratezza. E invece quella mattina segnò una delle pagine più dolorose della storia italiana. Anche Bari ha ricordato la strage della stazione di Bologna, quel 2 agosto 1980 quando alle 10.25 nella sala d’aspetto esplose un ordigno di matrice neofascista che uccise ottantacinque persone e ne ferì oltre duecento. Tra le vittime c’erano anche sette baresi (Sonia Burri, Francesco Cesare Diomede Fresa, Vito Diomede Fresa, Errica Frigerio, Patrizia Messineo, Giuseppe Patruno e Silvana Serravalli) che il Comune ha voluto ricordare con un minuto di silenzio – proprio all’ora esatta dell’attentato – e con la deposizione di una corona di fiori sulla facciata di Palazzo di Città dove dal 2006 una lapide ricorda le sette innocenti vittime.

«Importante non dimenticare»

«È importante non dimenticare la strage di Bologna, e soprattutto ricordare che grazie alla verità processuale, decretata dalle ultime sentenze della Cassazione, quella strage va inquadrata come strage neofascista e va inserita in una pagina buia della storia delle nostre Istituzioni, dove è emersa anche l’ombra dei servizi deviati in un disegno politico di destabilizzazione del Paese – ha commentato il sindaco Vito Leccese -. Fortunatamente quella stagione, l’epoca della strategia della tensione, si è chiusa, però è importante ricordare ciò che è stato e le vittime di quel tempo, affinché quel dolore diventi un monito per il presente e per il futuro». Presente anche una delegazione dell’Anpi e alcuni familiari delle vittime che a distanza di 45 anni non possono dimenticare quell’orrore.

Il ricordo di Leccese

Per il sindaco Leccese la strage di Bologna segna anche un ricordo più intimo e doloroso: «Io, il 2 agosto 1980 mi apprestavo a festeggiare il mio diciottesimo compleanno (oggi ha quindi compiuto 63 anni, ndr) e quando arrivò la notizia dell’attentato, insieme ai miei amici rimanemmo fortemente colpiti. Quelli per noi erano i primi anni dell’impegno studentesco nei movimenti libertari e vedere le immagini di quel disastro, i corpi maciullati, la stazione devastata e le lancette di quell’orologio ferme alle 10.25, ci fece desistere da qualsiasi idea di festeggiamento, rendendo indelebile per noi quel ricordo». 


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2 agosto 2025

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