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Helsinki negli ultimi 12 mesi non ha avuto nemmeno un morto per gli incidenti stradali. È un primato che la capitale finlandese ha appena conquistato (l’ultima vittima di un incidente stradale risale a inizio luglio 2024) e la rende unica al mondo. Arriva nonostante Helsinki, che con i suoi 650 mila residenti ospita oltre un decimo della popolazione finlandese, l’anno scorso abbia registrato un record di turisti: 4,5 milioni di pernottamenti, che hanno contribuito ad “affollare” le strade della città. Per fare un paragone, Palermo – che ha quasi il suo stesso numero di abitanti – in un anno ha avuto 27 morti in incidenti stradali (nel 2023, l’ultimo per cui sono disponibili i dati). C’entra probabilmente anche un pizzico di fortuna, ma la capitale finlandese si era posta l’obiettivo zero morti sulle strade entro il 2050 e negli ultimi anni ha portato avanti una serie di politiche per la sicurezza stradale che si sono rivelate decisive, a partire dal limite dei 30 chilometri orari in molte zone della città (quello che in Italia a gennaio è stato fortemente limitato dal ministro dei Trasporti Matteo Salvini).
«Molti fattori hanno contribuito a questo risultato, ma i limiti di velocità sono uno dei più importanti» ha detto al sito finlandese Yle Roni Utriainen, ingegnere del traffico del Dipartimento Ambiente Urbano della città. Oggi su oltre la metà delle strade di Helsinki non si possono superare i 30 chilometri orari (tradizionalmente il limite era a 50) e con l’inizio dell’anno scolastico il limite verrà esteso a tutte le strade nelle vicinanze delle scuole di ogni ordine e grado.
Il record della capitale finlandese è (al momento) unico, ma gli effetti della riduzione della velocità sulla mortalità da incidenti stradali sono ormai ben noti. Uno studio del 2024 di due ricercatori del Politecnico di Atene, che hanno analizzato i dati di 40 città europee, ha dimostrato che «l’introduzione dei limiti di velocità di 30 chilometri orari nelle aree urbane ha permesso di salvare oltre il 40% delle vite umane, parallelamente a significativi impatti positivi sull’ambiente, sull’energia e sulla salute, con un minor consumo di carburante e un aumento degli spostamenti a piedi e in bicicletta» (dell’importanza del limite dei 30 chilometri in città scrive da anni sul Corriere Luca Valdiserri).
«Quando la velocità aumenta, aumenta anche il rischio di incidenti e la loro gravità: un aumento del 5% della velocità media comporta un aumento di circa il 10% di tutti gli incidenti con feriti e del 20% degli incidenti mortali. Il numero di pedoni deceduti aumenta dal 10% nelle collisioni a 30 chilometri orari al 90% nelle collisioni a 50 chilometri orari. Il rischio di morte è quasi cinque volte superiore nelle collisioni tra un’auto e un pedone a 50 chilometri orari rispetto allo stesso tipo di collisioni a 30 chilometri orari» ha spiegato Eva Michelaraki, autrice dello studio insieme a George Yannis. La velocità aumenta gli incidenti anche perché diminuisce il tempo che le persone coinvolte hanno per reagire e la manovrabilità dell’auto.
Secondo i due ricercatori il limite di 30 chilometri orari ha ridotto gli incidenti del 40% a Parigi, del 16% a Zurigo, del 10% a Bruxelles, del 9% a Helsinki, del 46% a Londra e del 38% a Edimburgo. La Spagna ha introdotto i limiti di 30 chilometri orari sulla maggior parte delle strade cittadine nel 2019: «Dopo due anni di attuazione, la Spagna ha registrato una riduzione del 20% dei decessi sulle strade urbane, con una diminuzione del 34% per i ciclisti, del 31% per gli anziani e del 24% per i pedoni» spiegano i ricercatori. A Bologna, «nel periodo compreso tra il 15 gennaio e il 14 aprile 2024, si è registrato un calo del 13,4% degli incidenti con feriti e del 17% degli incidenti senza feriti rispetto all’anno precedente. È stato inoltre rilevato un calo del 14,7% dei pedoni coinvolti in incidenti (da 102 nel 2023 a 87 nel 2024)». I ricercatori stimano inoltre che se una città come Atene imponesse il limite di 30 nel centro della città, risparmierebbe 130 milioni di euro in 10 anni grazie alla riduzione dei costi dovuti agli incidenti stradali.
Ma per ottenere i risultati di Helsinki i limiti di velocità non bastano, anche se sono necessari. «La progettazione delle strade ha svolto un ruolo fondamentale. Negli ultimi anni, le infrastrutture per pedoni e ciclisti sono state notevolmente migliorate. Inoltre, è stata intensificata la collaborazione con la polizia stradale e sono state introdotte più telecamere di sorveglianza e sistemi di controllo automatico» spiega il sito Yle. Anche il miglioramento dei sistemi di sicurezza delle auto ha contribuito. E il fatto che la città incoraggia a non usarle: «Il trasporto pubblico a Helsinki è eccellente, il che riduce l’uso dell’auto e, di conseguenza, il numero di incidenti gravi», ha spiegato l’ingegnere del traffico Utriainen. Il risultato è che negli ultimi 12 mesi ci sono stati solo 277 incidenti stradali con feriti e nessun morto (alla fine degli anni 80 ce n’erano oltre tre volte tanti, con circa trenta morti all’anno, più o meno i numeri di Palermo).
1 agosto 2025
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