
Con aplomb il presidente Luca Zaia si appella a governo e Parlamento. «Ora affronti il problema della specificità di Venezia», dice. In Consiglio dei ministri è stata appena approvata la proposta di modifica costituzionale — targata Giorgia Meloni e Maria Elisabetta Casellati (ministra padovana alle Riforme istituzionali) — per Roma Capitale e in Veneto, tra i leghisti, serpeggia malumore. Ma Zaia (sul cui futuro c’è anche l’ipotesi di una corsa a sindaco di Venezia) sposta il focus: «Ritengo che, in un testo di tale portata con la modifica della Costituzione, un fatto storico, sia indispensabile includere il pieno riconoscimento anche per un’altra città che necessita di un’attenzione speciale: Venezia», rivendica come, prima di lui, hanno fatto i primi cittadini lagunari di ogni colore politico per almeno tre decenni.
L’autonomia differenziata
Sullo sfondo, l’amarezza per l’autonomia differenziata, il vessillo delle Regioni del nord, con la legge del ministro leghista Roberto Calderoli (Affari regionali e autonomia) al palo dopo i rilievi della Corte costituzionale. «Il decreto legge Roma Capitale non era nel programma del centrodestra mentre l’autonomia differenziata c’era eccome — si sfoga Roberto Marcato, assessore veneto allo Sviluppo economico —. Noi veneti non siamo neanche più arrabbiati. Siamo solo delusi. È già accaduto quando esisteva la Lega Nord: le risorse per Roma Capitale si trovano sempre ma mai per l’autonomia per il Veneto». A distanza, gli fa eco il capogruppo in consiglio regionale Giuseppe Pan. «Mi sarei aspettato che arrivasse prima l’autonomia — dice —. Chissà che almeno adesso con la disponibilità che avranno delle loro tasse non servano più fondi per Roma». Che, di nuovo, viene vista come la matrigna cattiva. «Vince sempre ladra ladrona», ride amaro Pan rispolverando un ormai antico adagio del Carroccio. «Sono felice per quanto deciso dal Consiglio dei ministri? — continua Marcato —. No, per niente. Io mi sono iscritto nella Lega Nord nel 1992 e ho iniziato a fare politica nel 1998 e quotidianamente lotto e mi batto per l’autonomia dei nostri territori. L’obiettivo della Lega è e deve sempre essere l’autonomia».
A Roma
Dalla capitale, i toni della Lega sono, come è normale che sia, più pacati ma resta il richiamo a sbloccare la legge Calderoli. «Più poteri a Roma Capitale è un giusto passaggio previsto dal titolo V della Costituzione, esattamente come lo stesso titolo V prevede l’autonomia per attribuire maggiori competenze legislative e amministrative in determinate materie alle Regioni — dice Riccardo Molinari, capogruppo del Carroccio alla Camera —. È giusto quindi, prima di dare a Roma più poteri, che si chiudano rapidamente le intese su protezione civile, previdenza complementare integrativa, professioni e sanità per Piemonte, Lombardia, Veneto e Liguria». Di contro, Roma Capitale e autonomia differenziata, per FdI, non sono in contraddizione. «Che si parla di autonomia è da quando c’è il governo Meloni, prima erano solo chiacchiere — premette l’onorevole e coordinatore veneto di FdI Luca De Carlo —. Dopo i rilievi della Corte c’è un ministro, Calderoli, che se ne sta occupando. Ci siamo sempre dati un obbiettivo di legislatura e mancano due anni, sono quindi fiducioso che l’obiettivo verrà portato a termine».
Zaia: «Considerare la specificità di Venezia»
Visto che il decreto legge per Roma ormai c’è, meglio sfruttarlo. Almeno così sembra indicare Zaia: «Non sarebbe comprensibile una riforma costituzionale che non consideri appieno la particolare condizione di Venezia — dice —. Un gesto d’attenzione da parte del Parlamento sarebbe accolto positivamente non solo a livello nazionale, ma anche internazionale». Un appello cui segue quello dell’assessore veneziano al Turismo Simone Venturini: «Siamo contenti per gli amici romani per il varo del disegno di legge che attribuisce nuovi e importanti poteri alla Capitale — spiega —. Un’ottima occasione affinché il Parlamento prenda in considerazione anche Venezia, che, per la sua amministrazione e gestione, richiede strumenti speciali».
Le critiche del Pd
Interventi, in particolare quello di Zaia, «tardivi» per il senatore e segretario veneto del Pd Andrea Martella. «Colpisce, dopo quindici anni di presidenza, segnata dall’assenza di un ruolo attivo per Venezia, questo appello ad un governo, della cui maggioranza Zaia fa parte». Martella ricorda che il centrosinistra da anni battaglia per il rifinanziamento della legge speciale e per il riconoscimento di uno statuto ad hoc per cui è già pronta una proposta a Roma. Che nel ‘73 ha creato appunto la legge speciale. «Unica città ad averla — rammenta l’ex sindaco e assessore Ugo Bergamo —. Ora Venezia non può rimanere indietro».
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1 agosto 2025
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