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La sfida dei Giovani Democratici, tour nelle valli per riaccendere la passione per la politica

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Un tour nelle valli per intercettare i giovani che hanno perso fiducia nella politica. Non una questione di orientamento politico, ma di scetticismo verso le istituzioni, perché i Comuni e la Provincia non riescono più ad ascoltarli. L’astensionismo degli elettori è dovuto anche a questo, ma i Giovani Democratici, che descrivono una condizione comune a molti altri partiti in Alto Adige, sono pronti a dare il via a un’iniziativa che tenga conto delle peculiarità del territorio. Bilinguismo, autonomia, paesi lontani dal contesto urbano e dalle istituzioni centrali. 

In questa cornice sociale si iscrive la sfida «quasi impossibile» dei Gd (nel 2024 quasi 40 tesserati, oggi attivi una quindicina). Una fase di ripartenza dopo la sconfitta elettorale a Bolzano in un periodo di flessione della partecipazione giovanile all’attività dei partiti e alla vita pubblica. «Sono i temi concreti a portare in piazza ragazze e ragazzi — spiega Silvia Pomella nella giornata delle porte aperte del Partito Democratico —. Lo abbiamo visto con le marce per il clima e con il primo Pride a Bolzano lo scorso 28 giugno. Perfino con l’impegno degli studenti universitari contro il divieto di sedersi per terra e sdraiarsi sulle panchine. Ma quando si passa al piano politico, questa partecipazione viene meno. Ecco la nostra sfida».

«Raggiungeremo tanti giovani»

Il suo collega Gabriele Branco spiega così l’iniziativa dei Gd. «Da settembre raggiungeremo tanti giovani che vivono nei centri più piccoli della provincia, coinvolgendoli con incontri su temi specifici. Non a caso partiremo dalla raccolta differenziata e dal riciclo, piuttosto che dai diritti e dall’ingiustizia sociale. Incontreremo tecnici ed esperti in giro per l’Alto Adige e, soprattutto, ascolteremo i ragazzi che incontreremo». Da qui, uno dei temi chiave: «Non siamo la sezione di Bologna, che vanta una lunga tradizione, tantomeno altre grandi città, come la stessa Trento, senza andare troppo lontano. Quando ci confrontiamo con i colleghi di altre regioni o con i vertici nazionali a Roma, pochi si rendono conto di quanto sia particolare l’Alto Adige. Non ci basta copiare il loro modus operandi per raccogliere gli stessi risultati. Cerchiamo così di essere quanto più poliglotti possibile. Faremo una promozione adeguata anche sui social per ribadire che teniamo conto di tutte le comunità linguistiche. Proveremo così a non dipendere più dal bolzanocentrismo, per noi una vera e propria barriera».

I temi

Se da una parte Ivan Gufler è fiducioso, anche solo per l’ampia partecipazione a eventi inediti per il capoluogo, dall’altra George Ciprian Lungu, 23enne segretario dei Gd per il circolo cittadino, evidenzia per i giovani altri problemi. «Siamo concentrati anche su temi critici e reali come la casa e sui percorsi di studi migliori da intraprendere. Dobbiamo saper rispondere a queste necessità. Speriamo di farlo anche con il nostro consigliere comunale, appena eletto, Diego Laratta. Dal 2020 seguo anche le relazioni con i nostri colleghi degli Jusos (l’organizzazione giovanile della Spd, il Partito Socialdemocratico in Germania, ndr). Sono rapporti che ci aiutano anche a ridefinire la nostra piattaforma programmatica». I Gd sono così pronti a ripartire, soprattutto in un periodo storico che non sia troppo prossimo alle elezioni. La reticenza alla vita pubblica e politica è oggi un grande problema. In Alto Adige va affrontato con grandi sforzi, ma resta un fenomeno comune tanto a Malles quanto a Roma.

14 luglio 2025

14 luglio 2025

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