
Dalla nostra corrispondente
New York – Mentre aspettava l’arrivo del presidente Trump, che ha assistito di persona alla finale tra Chelsea e Paris St Germain della Coppa del Mondo per Club allo stadio Metlife in New Jersey, Paolo Zampolli — nominato da Trump inviato speciale per le partnership globali —, alla domanda su cosa l’Unione europea debba aspettarsi adesso sui dazi, ripete al Corriere i dati resi pubblici venerdì scorso dal dipartimento del Tesoro americano: «A giugno il bilancio degli Stati Uniti ha avuto un surplus di 27 miliardi di dollari. A maggio c’era stato un deficit di 316 miliardi di dollari. I dazi doganali hanno raggiunto un totale di 27 miliardi a giugno, con un incremento rispetto ai 23 miliardi di maggio e con un aumento del 301% rispetto al giugno 2024».
Che cosa pensa della decisione di Trump di pubblicare la lettera all’Ue in cui avverte che i dazi al 30% scatteranno ad agosto?
«Tutto questo esercizio sta portando agli Stati Uniti grossissime entrate. Il piano del presidente sta funzionando.
Tutti, uno a uno, stanno venendo al tavolo per negoziare.
La posizione del presidente non deve essere presa alla leggera».
Questi dazi al 30% li applicherà davvero? Oppure è possibile un cambiamento prima dell’1 agosto?
«Il presidente è noto per una cosa chiamata l’“Arte del fare accordi”. Quelli che si sono mossi per primi sono anche quelli che ottengono gli accordi migliori. I britannici sono stati intelligenti ad assicurarsi un accordo in tempi rapidi».
Anche l’Italia spera in un accordo con dazi al 10% come i britannici, ma è possibile?
«Cosa aspetta l’Italia, dovrebbe sedersi e fare il deal , può fare il deal singolare…».
Questa situazione dei dazi per l’Europa può essere influenzata dai mercati? Perché se Trump applica i dazi al 30%, la prossima domanda è come reagiranno i mercati e come il presidente reagirà per i mercati.
«I mercati salgono e scendono sempre. In questo momento sono saliti, sono sempre volatili…».
I britannici, come pure i Paesi del Golfo, sono stati molto abili nel gestire il rapporto con Trump. Gli europei cosa possono fare per convincerlo sui dazi?
«Già adesso hanno accettato il 5% del Pil per la difesa nella Nato, anche se per ora è un impegno formale. Questo è un buon punto per quanto riguarda le richieste del presidente.
Trump chiede anche la pace e non è chiaro se lo stiano aiutando molto a fare la pace. Si chiama Art of the Deal : il presidente sa negoziare. La cosa più importante è sedersi al tavolo a trattare senza perdere tempo, perché il presidente è stato chiaro, vuole un accordo equo e vuole proteggere gli Stati Uniti d’America».
14 luglio 2025 ( modifica il 14 luglio 2025 | 08:03)
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