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Gli insospettabili pagati con le cripto: la rete europea dei sabotatori russi

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Gli ultimi arresti sono avvenuti nella Repubblica Ceca e in Ucraina. Un uomo che lavorava come tassista fermato a Praga, un diciassettenne bloccato a Kiev. Due profili diversi uniti da un «contratto» con i russi per sabotare o spiare, piccole pedine della falange di ombre. Spendibili, poco costose, facilmente rimpiazzabili.

L’offensiva è iniziata dopo l’invasione ma senza fretta, perché Mosca ha dovuto, come sul campo di battaglia, adattarsi al momento. Gli occidentali hanno espulso dozzine di diplomatici russi, compresi agenti segreti e «ufficiali» che dovevano sorvegliare il nemico. Poi ci sono state inchieste a raffica che hanno smascherato molti «illegali», gli infiltrati, non di rado coppie, magari con figli e lavori legittimi, che fingevano di essere greci, brasiliani, argentini. A questo punto l’intelligence di Vladimir Putin ha dovuto aggiustare la tattica: uso, con parsimonia, dell’unità 29155, nucleo scelto addestrato ad operare dietro le linee; protezione degli operativi clandestini; creazione di una schiera di pedine amatoriali.

I numeri

Girano molti numeri sulla portata della minaccia, una sfida testimoniata da roghi, esplosioni serie, ordigni, attivi di vandalismo, semplici provocazioni. L’Associated Press ha censito 70 episodi a partire dal 2022, 12 nel corso di quest’anno, pochi nel 2023. Uno studio di Acled ha quasi raddoppiato la cifra ed ha indicato la Germania come area più colpita. Un primato legato alla rilevanza politica e industriale tedesca, a partire dal gigante del settore militare come la Rheinmetall.

C’è una catena infinita di notizie a raccontare i colpi messi in atto in tutta Europa, con una predilezione per il Nord, ossia in quegli Stati dove i governi hanno mostrato maggiore risolutezza nei confronti della Russia. Depositi dati alle fiamme, pacchi bomba sugli aerei della Dhl, un attacco contro la residenza del premier britannico, incendi, tentativi di danneggiare spedizioni in favore degli ucraini, sorveglianza di basi, persino l’idea (vaga) di usare dei kamikaze. Gli esperti sono concordi nell’affermare che l’obiettivo era e resta multiplo: provocare caos e insicurezza, dimostrare la vulnerabilità dei sistemi all’Ovest, alimentare tensioni e, quando possibile, portare a termine piani complessi, anche se resta una meta difficile vista la qualità — bassa — di chi è stato «pescato».

Il modus operandi

Le inchieste delle polizie europee hanno messo insieme segmenti che costituiscono la linea continua di un modus operandi. Gli arruolatori hanno agganciato, da remoto, i complici con offerte su Telegram promettendo ricompense variabili tra poche centinaia di euro e somme più consistenti. Li hanno incoraggiati lusingandoli, promettendo molto, suggerendo cosa e come fare. In un caso il gestore russo ha invitato la sua fonte a guardarsi The Americans, la formidabile serie tv che racconta la vita da americani di una coppia di spie negli Stati Uniti quasi che fosse fonte di ispirazione.

Ricompense

Il secondo aspetto emerso è che spesso gli investigatori si sono trovati davanti dei giovani, alcuni minorenni, privi di esperienza però abbastanza incoscienti per entrare nel gioco. Non pochi gli ucraini, anche di maggiore età. Quasi mai la molla è stata l’ideologia, è un gancio che funziona poco. Per questo i «moscoviti» hanno preferito usare il denaro, le criptovalute, i premi. Un metodo che può attirare chiunque, magari in un momento precario della propria esistenza. E vale ricordare che anche gli iraniani si sono lanciati su questo sentiero utilizzando membri di gang scandinave, bikers nordamericani, esponenti della Mocro-maffia olandese e dei «marginali» che mai avresti pensato potessero partecipare ad un attentato. Ma è questa la forza e la debolezza della scelta. Senza, però, trascurare il resto. Storie in Austria e Germania — come le incursioni dell’uomo d’affari Jan Marsalek oggi al sicuro a Mosca — hanno rivelato come la Russia possa arrivare molto in alto, con degli insospettabili, in grado di acquisire informazioni e collaboratori in istituzioni e apparati.

13 luglio 2025

13 luglio 2025

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