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Bob Geldof, «Live Aid? Oggi sarebbe difficile mettere assieme tutte quelle star, farebbero solo un video per i social»

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LONDRA – Il 13 luglio 1985 Live Aid incollava alla tv quasi due miliardi di persone in 150 Paesi e raccoglieva per la carestia e la fame in Etiopia 127 milioni di dollari. Un evento rimasto senza uguali, da tanti soprannominato «il più grande concerto della storia», un juke box globale che in due sedi – lo stadio di Wembley a Londra e il JFK Stadium a Philadelphia – mise insieme le maggiori star dell’epoca, da Paul McCartney, a David Bowie, Madonna, Mick Jagger, gli U2, i Queen.
   
Allora era bastata una telefonata di Bob Geldof. Il cantante aveva visto un reportage alla Bbc ed era rimasto sconvolto dalle immagini. Determinato a fare qualcosa aveva chiamato colleghi, amici, conoscenti, arrivando a mettere insieme il Gotha, il non plus ultra: un gruppo di star che si erano lasciate trascinare nell’avventura, desiderose, come Geldof e come il pubblico che aveva messo mano al portafoglio, di aiutare.

Oggi, secondo Geldof, l’impresa sarebbe impossibile. «È difficile immaginare che si possa ripetere», ha raccontato nel corso di un documentario realizzato dall’ente benefico Mary’s Meals, che in Etiopia sfama ogni giorno a 200.000 bambini. «C’è più apatia – ha raccontato –. Forse servirebbe una persona dietro la quale unirsi, ma credo che al massimo si riuscirebbe a fare un video per i social, non un concerto come il nostro».

Come lui il mondo aveva aperto gli occhi. A 40 anni di distanza, nella regione dei Tigré si muore ancora di fame, ma lontano dgli obiettivi e dall’attenzione del pubblico. In Etiopia i giornalisti non possono entrare. Spetta ad associazioni umanitarie lanciare l’allarme. «Il cibo è uno strumento di guerra – aggiunge Geldof –. Come è possibile che in un mondo di abbondanza si muoia di fame? E perché la gente non vuole vedere cosa succede?».

Una situazione che lo rattrista, ma non cancella quello che fu un momento di unità globale: per un giorno il mondo non stette più solo a guardare e grazie alla musica riscoprì la sua compassione. Negli anni non sono mancate le critiche: Geldof ha fatto il «salvatore bianco», «l’Etiopia non aveva solo bisogno di cibo, ma di pace», e «perché non vennero chiamati a esibirsi più musicisti neri?».

Se Geldof iconosce gli errori – «oggi forse agirei diversamente», ha raccontato alla Bbc – ma quel concerto vivrà ancora a lungo nella memoria di chi vi assistette.

12 luglio 2025

12 luglio 2025

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