
«Sono rimasto fedele ai temi per i quali mi sono candidato e per i quali mi hanno votato gli elettori. È stata una scelta tematica, non ideologica». Con queste parole si possono riassumere il pensiero e le motivazioni di Manuel Nardo alla fine di una settimana che lo ha travolto per quella che è stata definita dai suoi nuovi compagni di partito una «vera e propria gogna mediatica», «un’esperienza che non si augura a nessuno», «la peggiore settimana della politica altoatesina che sia stata vista negli ultimi trent’anni». Il neo consigliere comunale di Forza è stato eletto con la Civica Io Sto con Bolzano guidata da Angelo Gennaccaro. Proprio con la surroga di quest’ultimo è subentrato in consiglio come primo dei non eletti. Poi il cambio di casacca. «Volevo aspettare martedì prossimo per fornire le mie ragioni nella sede opportuna, argomentandole con i termini appropriati — spiega Nardo in un punto stampa organizzato dal partito forzista, proprio per rispondere a quanto accaduto a seguito della sua decisione —. Ho voluto parlare prima, non tanto per le critiche politiche, quanto per gli attacchi personali, se non addirittura le minacce che ho ricevuto. “So che faccia hai, non finisce qui” o “Ricorderemo ogni giorno quel che hai fatto”, ditemi se non si chiamano minacce queste».
Solidarietà da Forza Italia
Unanime la denuncia del partito, alla presenza del commissario altoatesino di Forza Italia Christian Bianchi e del capogruppo in consiglio comunale Davide Mahmudy. Nardo ha una moglie, due figli, 38 dipendenti nei locali bolzanini che gestisce insieme a due soci. Il 35enne imprenditore padovano, che aveva sintetizzato proprio con questi elementi la sua naturale affinità con Forza Italia, argomenta così i timori per la sua incolumità e di chi gli è vicino, dopo la «shitstorm» ricevuta via social e mediaticamente, da parte non solo dei classici hater, ma soprattutto di persone che ricoprono incarichi istituzionali in città e in Regione. «Adesso basta — precisa Bianchi — In tanti anni di esperienza politica in Alto Adige non avevo mai visto nulla di simile. Colgo questa occasione anche per precisare che non si è trattato di nessuno scouting, di nessuna campagna acquisti, ma di una scelta naturale del consigliere. Avevamo già lavorato insieme ad altri progetti in città». Se da una parte Mahmudy rinnova l’appello «ad abbassare i toni e moderare il linguaggio», dall’altra Nardo è pronto a dibattere e a difendere la sua scelta di fronte alle critiche che gli saranno mosse, purché siano politiche. Avverte che in caso di ulteriori minacce non esiterà a ricorrere alle vie legali (altro caso recente quello della sindaca di Merano Katharina Zeller, che ha pubblicato gli insulti ricevuti via social e denuncerà i responsabili).
Il presunto tradimento
Poi avanza le motivazioni che lo portano a smentire il «tradimento» nei confronti di Angelo Gennaccaro e della sua lista civica. «Ho letto dai giornali che saremmo rimasti all’opposizione dopo tre settimane di trattative — spiega Nardo —. Perché, mi chiedo, se i punti del nostro programma erano così simili a quelli della coalizione di centrodestra? Non è quindi stata né una questione di poltrone, né di opportunismo, ma di rispetto verso i propositi per i quali mi ero candidato. Sono gli stessi che avrei dovuto altrimenti criticare nei prossimi cinque anni». Mentre il nuovo ingresso forzista è pronto a rafforzare la maggioranza (ora a 25 consiglieri), Bianchi chiarisce che il terzo consigliere non sarà leva per un’immediata richiesta di rimpasto o di allargamento della giunta. «Avevamo già garantito il nostro sostegno al sindaco Corrarati, con grande serietà istituzionale. Valuteremo in futuro se si presenteranno le circostanze per tornare a parlarne». Constatazioni che, tuttavia, non rimuovono i dubbi sui tempi, con la scelta del consigliere all’indomani di una surroga che, ormai, non poteva più essere bloccata.
12 luglio 2025
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