
In attesa di una svolta nel campo, devastato da duelli incrociati fra Lega, FdI e FI i riflettori sono ancora e sempre per lui, Luca Zaia che, nonostante il vicolo cieco del terzo mandato, continua a essere crocevia obbligato in vista delle Regionali d’autunno. Venerdì il governatore, pur nel perimetro del suo stile non belligerante, si è tolto qualche sassolino dalla scarpa. Partendo sornione, come sempre, («Sul mio futuro non so se i bookmaker inglesi se lo stiano già giocando») per poi tornare serio («Vorrei precisare però che io non ho fatto azioni sul terzo mandato»).
«Nessuno mi dia lezioni di comportamento»
Fino a squadernare tutti i motivi per rivendicare una leale fedeltà al «suo» Veneto: «Io ho sempre amato il Veneto ma da qui a dire cosa farò non lo so dire. Io rappresento colui che ha lasciato un ministero per venire in Veneto, e non c’è rappresentante nella storia, sono colui che ha rinunciato un anno fa alla candidatura alle europee, con un seggio sicuro, per mantenere la parola con i veneti, quindi a me le lezioni di comportamento non le deve dare nessuno». Un crescendo quasi indispettito che, però, non arriva a fargli incrociare le lame col nemico di una vita, Flavio Tosi, che ormai lo bombarda quotidianamente. Sugli attacchi dell’ex compagno di partito Zaia glissa: «Siamo in democrazia, e la cosa bella è la libertà di pensiero, non aggiungo altro. Io sono impegnato a portare avanti i progetti della regione. Io non ho mai avuto l’idea che chi sta concludendo la sua esperienza in un’amministrazione debba lasciare i pozzi avvelenati. Quindi farò in modo che il mio successore abbia assolutamente la possibilità di avere una regione in corsa, e non con il freno di emergenza tirato».
L’erede che non c’è
Già, il successore, l’erede che non c’è, di cui non si conosce neppure la casacca al momento. Giovanni Donzelli, responsabile organizzativo di FdI, sembra porgere un ramoscello d’ulivo. In merito alla scelta dei candidati per le Regionali dice: «Ci confronteremo con gli alleati, sceglieremo in ogni regione non solo in Campania, in Veneto, in Toscana, il miglior candidato possibile, non solo per vincere ma anche per governare bene, senza cercare di mettere le bandierine a tutti i costi». Tra le righe affiora qualche preoccupazione per il clima tesissimo di queste settimane. Eppure Donzelli puntualizza: «siccome non facciamo il pallottoliere o il gioco del Monopoli non è che dobbiamo per forza fare questo lo prendo io questo lo prendi te. In ciascuna regione scegliamo il migliore a prescindere. Anche perché se lo dovessimo fare FdI dovrebbe prendere tutto. FI governa 5 regioni, la Lega 4 noi 3, le proporzioni non sono queste». Un’apertura a un candidato leghista per il dopo Zaia? Verrebbe da pensarlo. Certo, non a costo zero, anche qui, leggendo fra le righe, FdI fa presente che i numeri contano e che, non c’è solo il candidato di bandiera, c’è una giunta da comporre, ci sono le presidenze delle commissioni, ci sono le partecipate e ci sono organismi-chiave come le autorità portuali.
Salvaguardare l’unitarietà
Al momento, però, la priorità è non tirare troppo la corda per salvaguardare l’unitarietà, almeno elettorale, del centrodestra. Così Luca Ciriani, ministro meloniano per i Rapporti col parlamento, in passato poco tenero con la Lega veneta, ammonisce: «L’importante è che Zaia, come farà certamente, appoggi il centrodestra chiunque sia il candidato governatore. È nell’interesse di tutti che alla fine le cose procedano in maniera armoniosa e unitaria. Non vedo in futuro nessuna spaccatura». Una formulazione «in positivo» che suona come una «proposta che non si può rifiutare». «Non so quando decideremo il candidato in Veneto – dice Ciriani – c’è stata sicuramente un po’ di fibrillazione legata al terzo mandato. Aspettative frustrate dal voto del Parlamento… quindi considero fisiologico e naturale che ci sia stata un po’ di fibrillazione da parte di Zaia, del mondo leghista, del mondo che ruota intorno al presidente». E l’imprenditore friulano Paolo Fantoni, ieri, alla presenza di Zaia ha suggerito uno scambio di candidature fra Zaia e Massimiliano Fedriga: «Peccato perdere amministratori così». Intanto ieri il Bur recava le intese fra Regione e Prefetture e fra giunta e presidenza del consiglio regionale in vista della gestione delle elezioni regionali. Il tempo sta scadendo.
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12 luglio 2025
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