
L’ultima tappa è in pianura, come al Giro o al Tour. E il ciclismo è una delle grandi passioni sportive del presidente Pasini. Il rettilineo d’arrivo si vede, i gran premi della montagna sono già stati affrontati avevano a che fare con il passato, ora è tempo di parlare solo del futuro, che non sarà privo di insidie ma ha riportato almeno entusiasmo. E Brescia al centro.
Sabato (12 luglio), il nome definitivo che accompagnerà il nuovo sodalizio (gli indizi portano a Us Brescia, si tratterà tuttavia di un nome temporaneo in attesa dei prossimi passi legali sul marchio: lo stesso percorso riguarda la nuova maglia). Alle ore 10, la riunione dei soci a Lonato accenderà il semaforo verde, ma è un finale dall’esito scontato. Prova ne è che il focus, con la scaramanzia finita nel cassetto, si sia concentrato ora sugli aspetti economici. Il calcio, specie adesso, è anche romanticismo. Ma questa resta una sfida imprenditoriale.
Per questo, la fase tre del nuovo Brescia consentirà anche di varare il budget reale a disposizione del direttore sportivo Andrea Ferretti, che è già al lavoro da giorni ma sta allestendo la base (ampia, in ritiro saranno fatte valutazioni) della torta in attesa di capire quali saranno le ciliegine – serve un rinforzo esperto in ogni reparto, porta inclusa – da potervi apporre: dipenderà anche dalle indicazioni del proprietario, ma la linea – spiegata anche in azienda – resta quella di sempre. Un calcio sostenibile, senza follie, in provincia come in città. Le adesioni al suo progetto, che sono nobili e eterogenee, porteranno però a un innalzamento del monte ingaggi rispetto alla scorsa annata, nella quale la Feralpisalò – fonte Gazzetta – aveva speso 2,3 milioni per l’intera rosa, rispetto ai 6,58 della Serie B. Non si dovrebbe comunque arrivare a 4 milioni, tetto che lo scorso anno superavano Triestina (finita però sull’orlo del baratro, partirà con molti punti di penalizzazione), Vicenza e Padova, poi promosso.
Se i gironi, che saranno diramati tra circa dieci giorni dopo i ripescaggi, confermeranno le bozze già pianificate, anche il Cittadella – retrocesso con l’ultimo monte ingaggi in B – potrebbe forse stare davanti al nuovo Brescia. Ma i risultati andranno poi trovati sul campo e la storia recente insegna che Pasini, se alla fine del girone d’andata si trova in corsa per un obiettivo (come accadde nell’anno della promozione), cambia sempre marcia nel mercato di gennaio.
Non c’è l’obbligo di salire subito, sarà un anno zero per tutti, tuttavia la squadra attuale sembra già poter partire almeno in seconda fila. Quella vecchia, del Brescia che fu, ha in gran parte trovato già una collocazione. Molti giocatori non erano poi così scarsi, o è stato solo il prezzo (nullo) del cartellino a renderli affascinanti? Il campo parlerà anche per loro. Senza alcun rancore.
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12 luglio 2025
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