
«Siamo rimasti sorpresi da tutta l’attenzione che c’è stata per il video». Julio Segio, ex portiere brasiliano di Roma e Lecce, lotta da tempo al fianco del figlio Enzo contro un medulloblastoma (un cancro al cervelletto) che ha colpito il ragazzo cinque anni fa, quando ne aveva 11. Pochi giorni fa, su Instagram, l’ex portiere ha pubblicato un video — diventato virale — in cui entrambi si tagliano i capelli dal barbiere: «In questo modo proviamo a trasformare un momento triste in uno divertente».
Julio Sergio, come sta? E come sta la sua famiglia?
«Stiamo bene, conviviamo con questo problema e combattiamo ogni giorno per vincere. Mio figlio Enzo è forte, non molla, non piange mai. In questo tempo abbiamo fatto tutto il possibile per aiutarlo, spostandoci di ospedale in ospedale. È complicato, non solo economicamente ma anche psicologicamente. Per fortuna abbiamo potuto garantirgli tutte le cure migliori. Io e mia moglie Kelly siamo separati, ma siamo molto uniti».
Come mai la decisione di fare un video?
«Lo abbiamo fatto anche altre volte. Lo facciamo per creare dei bei momenti, per cercare di superare le difficoltà con un sorriso. Quel giorno Enzo era un po’ triste perché, dopo la radioterapia, avrebbe dovuto perdere di nuovo i capelli. E così ho chiesto al barbiere Claudio, che è un amico, di tagliarli a entrambi».
Ricorda il momento in cui avete saputo della malattia?
«Certo. In quei giorni Enzo ci diceva che aveva mal di testa e abbiamo notato qualche piccola perdita di equilibrio. Ci siamo recati da diversi specialisti, dai neuropediatri agli oculisti, per capire cosa fosse, anche perché dai test di sangue e urina non risultava nulla. Al che abbiamo prenotato una tomografia. L’esame l’ha fatto alle 17, dopo poche ore era già in ospedale per operarsi. Io all’epoca allenavo. Sono arrivato in reparto all’una di notte».
Cosa avete pensato?
«In quei momenti ti passa per la testa qualsiasi cosa. Ci hanno spiegato che la situazione era molto grave e cosa potevamo fare».
Qual è stato il momento più difficile?
«Ogni giorno è difficile. Però a nove mesi dall’inizio delle terapie, dopo cicli di chemioterapia e radio e quattro trapianti, Enzo non aveva più nulla. Per sei mesi abbiamo pensato di avercela fatta, ma a gennaio 2022 ci hanno detto che il cancro era tornato. Abbiamo dovuto cambiare il trattamento».
Enzo come guarda al futuro?
«Non ci pensa, pensa solo a guarire. Gli piacciono i giochi di logica, ma anche gli sport: sa tutto di tennis e calcio. È consapevole che ora la priorità è stare bene, non sa ancora che università».
Sente ancora qualche ex compagno? Le sono stati vicino in questi anni?
«Sì, ho parlato con molti compagni, soprattutto sui social. In tanti hanno paura di parlare. A volte le persone sono preoccupate di disturbare e preferiscono non telefonare, ma è sbagliato. Però capisco non sia semplice parlare della malattia. Io continuerò a pubblicare contenuti sui social per provare a fare informazione, perché le diagnosi precoci possono salvare vite».
È credente?
«Sì, e la fede mi ha aiutato anche in questi anni. Quando capita una cosa del genere a tuo figlio ti chiedi il perché, ma dopo capisci che tante cose non hanno spiegazioni logiche, e devi solo rimboccarti le maniche. Questo ti rende più positivo e, soprattutto, cambia il tuo modo di pensare. Perché riprogrammi i rapporti con le persone, ma anche con il denaro, e con tutto quello che pensavi fosse importante e invece non lo era. Alla fine scopri di aver perso solo tempo con cose che non valgono assolutamente niente. La fede mi ha aiutato a capirlo».
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12 luglio 2025
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