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Volo Air India precipitato, la domanda di un pilota all’altro: «Perché hai spento i motori?»

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Subito dopo il decollo dall’aeroporto di Ahmedabad, i motori del Boeing 787 di Air India — precipitato lo scorso 12 giugno — sono stati spenti, non si sono fermati per un guasto. E quando questo è avvenuto uno dei piloti ha chiesto all’altro: «Perché li hai fermati?». Ricevendo come risposta un «non l’ho fatto». Il dettaglio si trova a pagina 14 del rapporto preliminare d’indagine che le autorità indiane hanno pubblicato nella tarda serata dell’11 luglio. Un documento che solleva diversi dubbi, ma che per la prima volta circoscrive la causa principale a quanto successo in cabina.

Le anticipazioni

Come raccontato dal Corriere due fonti occidentali a conoscenza delle indagini spiegano che lo spegnimento è stato effettuato da «qualcuno all’interno della cabina». Il rapporto preliminare non si pronuncia su questo aspetto. Secondo gli investigatori locali non appena si è staccato dalla pista il «Flight data recorder», una delle due scatole nere, ha registrato che i due interruttori che controllano il flusso di carburante verso i motori si sono spostati da «Run» a «Cutoff» «con un intervallo di un secondo», bloccando il passaggio di cherosene e spegnendo i propulsori.

L’allarme

È a quel punto che uno dei due piloti ha fatto quella domanda, anche se il rapporto non specifica quale delle due frasi sia stata pronunciata dal comandante e quale dal primo ufficiale, né quale dei due abbia lanciato il messaggio di emergenza «Mayday, Mayday, Mayday». Il documento non va oltre e al momento scagiona il velivolo. Tant’è vero che, si legge, «non ci sono azioni raccomandate per gli operatori o i produttori del Boeing 787-8 e/o del motore GE GEnx-1B».

Il volo

Il volo AI171 di Air India è precipitato nei sobborghi di Ahmedabad circa trenta secondi dopo il decollo. Il jet era diretto a Londra Gatwick. L’aereo — con a bordo 242 persone — ha avuto da subito problemi di potenza ai motori. Nell’impatto sono morti in 270: 241 tra passeggeri (si è salvato soltanto uno) e membri dell’equipaggio, e altri 29 che si trovavano nella mensa universitaria contro la quale si è schiantato il velivolo. Il comandante, Sumeet Sabharwal, aveva accumulato oltre 10 mila ore di volo su aeromobili a doppio corridoio. Il primo ufficiale, Clive Kunder, aveva più di 3.400 ore.

I sospetti

La ricostruzione del rapporto preliminare viene accolta con scetticismo dagli esperti del settore che ritengono «quasi incredibile» che le due levette si siano spostate da sole. Queste vengono utilizzate in tre momenti: per avviare i motori prima di decollare, per spegnerli dopo l’atterraggio e durante il volo per «isolare» un motore magari a fuoco o per farlo ripartire. Due comandanti consultati sottolineano che è difficile che lo spostamento degli interruttori sia stato accidentale. Per metterli da «Run» a «Cutoff» bisogna prima sollevarli, quindi anche toccarli per errore non consente uno spegnimento facile.

lberberi@corriere.it

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11 luglio 2025

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