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Karma, ritorno al passato: «La musica di questi anni è prevedibile»

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Raccontano di avere “smesso in un momento sbagliatissimo”, subito prima che il rock alternativo italiano vivesse il suo periodo d’oro, ma oggi, riappacificati con il passato, i Karma tengono fra le mani il vinile del loro album di debutto, eponimo, in una ristampa che ha il sapore di una prima volta, visto che nel 1994, quando era uscito, esisteva solo in formato cd.
Il gruppo milanese è considerato una delle band seminali della scena alternative rock italiana, capace di ispirarsi al grunge americano, ma di innestarlo con elementi originali, di pubblicare due dischi nei primi anni 90, “essere fra i gruppi che vendono di più e poi fermarsi, prima di Mtv, di internet e di vedere il boom degli altri gruppi, come gli Afterhours e i Marlene Kuntz”, racconta David Moretti, leader della band, oggi direttore creativo di Apple in California.

“Eravamo e ancora siamo dei fricchettoni”, sostiene Alessandro “Pacho” Rossi, percussionista del gruppo che oggi, fra le altre cose, suona con Lucio Corsi. “Incompatibili con le regole di mercato” e guidati da meccanismi insondabili al punto che, dopo quasi 30 anni di silenzio, nel 2023 sono tornati a farsi sentire con un terzo disco, “K3”, e ora prevedono di proseguire.
Di quei mitici anni 90 ricordano “la voglia di sperimentazione – dice Moretti, classe 1967 -. Non era solo prendere un’estetica e cercare di copiarla”. I Karma, come tanti altri artisti del periodo, gravitavano attorno al leggendario Jungle Sound di Milano: “C’era molta energia, voglia di fare e di cercare delle cose. Eravamo guidati dal processo creativo, poi magari non sempre si faceva centro, ma si provava, la comfort zone non esisteva, anzi era il contrario”, fa eco Pacho, classe 1970. Come mai oggi c’è così tanta nostalgia di quel decennio? “Forse perché poi la musica in Italia è diventata un po’ più prevedibile e codificabile – prosegue Moretti -. Non c’è più stata una band italiana che volesse misurarsi con quel che accadeva a livello internazionale, mantenendo però uno stile italiano, e non c’è più stata una voce che portasse avanti il rock, trasformandolo, continuando a farlo vivere in altre forme, come è accaduto in altri Paesi”.

I Karma del 2025 raccontano di guardarsi indietro “con grande serenità”, forti anche di un pubblico giovane che li scopre oggi per la prima volta. “Non abbiamo corso il rischio di stancare, di reiterare formule vincenti come è accaduto ad altre band che poi hanno esaurito quel che potevano dire. Ora siamo liberi dalle aspettative, dalle incombenze contrattuali e tutto quel che arriva è grasso colato”.

11 luglio 2025

11 luglio 2025

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