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Puntasacra Film Fest, Caligari torna a Ostia

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«Non essere cattivo di Caligari a Ostia è la proiezione piu romantica che possa esistere. Ostia è dove tutto è cominciato e dove ci siamo rincontrati tutti l’estate di dieci anni fa, dopo la scomparsa del nostro regista. Ogni volta che ci torno mi si spalanca il cuore. Quel posto ha il respiro di Claudio e dei suoi personaggi». Il commento di Silvia D’Amico, protagonista accanto a Luca Marinelli, Alessandro Borghi e Roberta Mattei, restituisce bene quanto quel film del 2015 abbia segnato la vita, ancora prima della carriera, di tutte le persone coinvolte. L’ultima opera di Claudio Caligari, scomparso durante la lavorazione il 26 maggio, portata a termine dal gruppo di amici guidato da Valerio Mastandrea, apre la sera dell’11 luglio la quarta edizione del Puntasacra Film Fest, ideato dai direttori di «Alice nella città» Fabia Bettini e Gianluca Giannelli con la regista Francesca Mazzoleni, in programma all’Idroscalo di Ostia fino al 20 luglio. Proiezioni a ingresso gratuito, in collaborazione da quest’anno con Roma Letterature.

La Banda Caligari

Stasera ci sarà Luca Marinelli a introdurre Non essere cattivo insieme al cosceneggiatore Giordano Meacci, a uno dei produttori Simone Isola e all’assessore alla Cultura Massimiliano Smeriglio. Una sorta di ritorno a casa: a fare da sfondo all’amicizia tra Cesare e Vittorio (Marinelli e Borghi) c’era la Ostia di metà anni Novanta, a cavallo tra la chimera del cambiamento e la persistenza del mondo dell’Accattone di Pasolini.

«Non essere cattivo per me rappresenta la nascita di una consapevolezza e insieme di una famiglia — spiega Francesca Serafini che con Meacci collaborò con Caligari alla scrittura del film —. Claudio ci ha dimostrato che si può ancora creare bellezza, proteggendola col rigore delle intenzioni e della forma. La famiglia che si è creata intorno a questo modo di pensare il cinema è fatta d’amore; è il posto per me, per tutta la Banda Caligari, dove continuare a sperare in quella bellezza quando intorno viene messa continuamente sotto attacco». Le fa eco, in versi, Giordano Meacci: «Non essere cattivo / mi fa pensare / che il cinema può essere vivo. / E segnare un’orma / di luce in ogni linea d’ombra / grazie alla forma /. Una musica: che rilùce;/ per il genio stradivari / di Claudio Caligari». Un film che, sottolinea Simone Isola, ha lasciato più di un segno: «Continua ancora oggi a proporre una strada, autoriale e produttiva, che in un momento di profonda incertezza creativa suona come l’unica autenticamente valida per comprendere fino in fondo questi anni così oscuri».

Alla foce del Tevere

Come nelle prime tre edizione della rassegna — nata in continuità con il documentario Punta sacra che Francesca Mazzoleni girò in mezzo agli abitanti, quelli rimasti dopo lo sgombero del 2010 —, sulla punta del triangolo di spazio abitabile dell’Idroscalo di Ostia, alla foce del Tevere, tra il fiume e il mare, viene allestita un’arena con un grande schermo. Che non ha paragoni. Quest’anno, fanno sapere gli organizzatori, è stato attivato un intervento di riqualificazione, a opera di Roma Capitale e X Municipio, per rendere l’arena più accessibile e fruibile al pubblico e agli abitanti.


Tra i titoli in programma dal 12 al 20 luglio, Caro diario
di Nanni Moretti, Linda e il pollo di Chiara Malta, Luce di Silvia Luzi, Il tempo che ci vuole di Francesca Comencini, Non sono quello che sono di Edoardo Leo, La città proibita di Gabriele Mainetti, Il giardino delle vergini suicide di Sofia Coppola e Il mio compleanno di Christian Filippi. A presentarli, quasi sempre, gli stessi autori come Edoardo Leo, Gabriele Mainetti, Chiara Malta, Silvia Luzi e Luca Bellino, Francesca Comencini, Christian Filippi. Attesi anche Teresa Ciabatti (per Luce) e Nicola Lagioia per il reading «La guerra come malattia della specie. La mutazione antropologica come condanna», il 19 luglio, prima della proiezione della versione restaurata di Accattone di Pasolini.

Stefania Ulivi


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11 luglio 2025

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