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Maltrattamento animali, a Trieste la prima applicazione della Legge Brambilla

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È la prima sentenza che fa riferimento alla Legge Brambilla sul maltrattamento e l’uccisione di animali ed è stata emessa dal tribunale di Trieste. Un uomo, accusato di maltrattamento e detenzione incompatibile di 83 tra cani e animali da reddito come capre e pecore, è stato condannato al pagamento di 7 mila euro di multa. accompagnata dalla confisca di tutti gli ovicaprini, che sono stati affidati alla locale sezione dell’Oipa e dall’affido definitivo dei cani, proprio ai sensi del nuovo articolo 260 bis del codice di procedura penale, sempre all’Oipa e agli attuali custodi.   

Il 260 bis è un articolo di nuova introduzione e prevede che il giudice possa affidare in via definitiva gli animali vivi oggetto di sequestro o confisca ad associazione riconosciute dal ministero della Salute previo versamento di una cauzione per ciascun animale affidato. In molti casi, prima, il sequestro era solo formale e spesso gli animali erano lasciati in custodia alla stessa persona accusata dei maltrattamenti. In questo caso gli animali sono stati messi al sicuro anche se la vicenda processuale dovesse proseguire con eventuali altri gradi di giudizio. 

Il caso specifico si riferisce a un episodio che risale al 2023, quando alcune segnalazioni avevano fatto attivare le guardie zoofile dell’Oipa di Trieste, portando alla luce come all’interno di una tenuta fossero presenti 15 cani, tra cui una mamma con 5 cuccioli in gravi condizioni di salute, e numerosi altri animali detenuti in condizioni pietose, senza cibo e acqua, molti dei quali con ferite sul corpo. La cagna con i suoi cuccioli era stata trasportata subito in un ambulatorio veterinario, ma nonostante un intervento chirurgico d’urgenza non era sopravvissuta. 

La persona che deteneva gli animali era stata denunciata, era stata rinviata a giudizio e con la sentenza pronunciata dai magistrati giuliani la vicenda è dunque arrivata a conclusione. «Questa condanna rappresenta per noi un risultato molto importante – spiega la coordinatrice provinciale del Nucleo delle guardie zoofile dell’Oipa di Trieste -. È la dimostrazione che il nostro lavoro, svolto con impegno e professionalità può davvero fare la differenza». E ancora: «Finalmente si cominciano a vedere gli effetti concreti della legge Brambilla: gli animali maltrattati devono essere definitivamente sottratti all’autore del reato. Questo è solo un primo passo verso l’applicazione di pene più severe a tutela degli animali vittime di crudeltà o incuria». 

La Legge Brambilla ha inasprito tutte le pene per i reati contro gli animali, già previsti nel codice penale, che nei casi più gravi prevedono ora un massimo fino a quattro anni di carcere. Questo innalzamento fa sì che, in caso di applicazione della sanzione massima, l’incarcerazione di chi commette maltrattamenti gravi o uccisioni sadiche o in caso di altre aggravanti possa davvero finire in cella, cosa di fatto impossibile con i precedenti limiti che prevedevano di fatto l’applicazione di pene alternative. Per ogni reato sono inoltre state previste pene pecuniarie aggiuntive che possono arrivare fino a 60 mila euro. «Questa legge – commenta Oipa – ha fornito strumenti concreti alle associazioni per tutelare le vittime di reato. Un traguardo importante, che rafforza il ruolo delle associazioni protezionistiche e che rappresenta un primo passo verso una vera giustizia nei confronti di chi non può difendersi». 

10 luglio 2025 ( modifica il 10 luglio 2025 | 16:30)

10 luglio 2025 ( modifica il 10 luglio 2025 | 16:30)

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