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La vita in strada e quella a San Patrignano: la storia di Noemi e della sua cagnolina Dea curate in un parcheggio di Milano

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Dea trema mentre la veterinaria le preleva del sangue dalla zampa. Poche gocce, necessarie per il test rapido della leishmaniosi, una malattia infettiva in alcuni casi letale. Accanto a lei, a tranquillizzare la cagnolina – una meticcia dal pelo nero con striature marroni – c’è la sua padrona Noemi (nome di fantasia). La tiene stretta, arrotolando il guinzaglio al polso. Sono compagne di vita da undici anni, da quando «vivevo in strada e ho scoperto la droga, diventandone dipendente. Non ci siamo separate nemmeno quando sono stata per un anno nella comunità di San Patrignano. È stata fondamentale per il mio percorso di recupero. Se mi sono disintossicata è anche grazie a lei», racconta.

Ed è a lei che, nonostante l’assenza di un lavoro stabile e i problemi economici, Noemi cerca di non far mancare nulla. Come quel test per la leishmaniosi, fatto nel piazzale di un parcheggio vicino le case popolari di Quarto Oggiaro, periferia Nord di Milano, dalle veterinarie volontarie di «Amici di strada, Compagni di vita»: un progetto realizzato dall’associazione Save The Dogs and Other Animals Italia, che fornisce nel capoluogo lombardo assistenza agli animali delle persone senza fissa dimora o a basso reddito. Presidi veterinari «mobili», che si spostano di sera seguendo un calendario mensile tra i quartieri di Lambrate, San Babila, Rogoredo e Quarto Oggiaro. A questi se ne aggiunge anche un altro fisso allestito nello spazio sociale di via Mosso, al parco Trotter

Tutti appuntamenti, nei quali vengono fornite prestazioni mediche di base e distribuiti cappottini in inverno, antiparassitari in estate, ciotole, guinzagli, cibo e set di primo soccorso. Ma soprattutto vaccinazioni e sterilizzazioni gratuite. Il tutto annotato in un sistema digitale di raccolta dati, che delinea per ogni cane o gatto un profilo anagrafico e una cartella clinica aggiornata di volta in volta. «Questa di Milano è un’iniziativa apripista, la prima nel suo genere in Italia – spiega Sara Turetta, fondatrice e presidente di Save The Dogs -. È nata nel 2021 in collaborazione con tutte le istituzioni locali, consentendoci di entrare anche nella rete delle unità mobili e delle organizzazioni umanitarie. Ci sosteniamo attraverso fondi e donazioni. In quattro anni di attività siamo arrivati a seguire circa 300 animali, migliorandone la qualità di vita. Ma nel concreto curiamo loro, per aiutare i padroni».

La vita in strada e quella a San Patrignano: la storia di Noemi e della sua cagnolina Dea curate in un parcheggio di Milano

È in effetti, dietro ogni cane o gatto che arriva in visita, c’è una storia. Soprattutto umana. Come quella di Noemi: per lei prendersi cura di Dea è una sfida quotidiana. Significa responsabilità. Affidabilità dimostrata a sé stessa e alla madre, che «chiama le volontarie di Save The Dogs dopo ogni visita, per assicurarsi che io ci sia andata. Non ho mai saltato un appuntamento, ho chiuso con il mio passato fatto di dipendenze e perdizione. Sono riuscita anche a superare la depressione: prendermi cura della mia cagnolina spesso mi ha obbligata ad alzarmi dal letto quando la malattia me lo impediva. Mi ha salvata e per lei farò sempre il massimo», continua a spiegare.

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Presidi oramai essenziali per la salute di molti animali, ma anche dei proprietari che nei volontari del progetto trovano supporto anche per le loro sfide quotidiane. «Le persone che vivono in strada o che hanno gravi difficoltà economiche, spesso si trascinano dietro anche problemi di salute e dipendenza da sostanze stupefacenti. Noi cerchiamo di fare il massimo per aiutarli, al di là della cura degli animali. In ciò, essenziale, è la rete che abbiamo instaurato con altre associazioni umanitarie che operano sul territorio di Milano. Tra noi c’è cooperazione: spesso, se non possiamo trovare una soluzione direttamente noi, indirizziamo la persona verso enti di settore», spiega Alessandra Calafà, responsabile del progetto.

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Attenzione verso gli «ultimi» assicurata con otto uscite mensili da tre membri dello staff di Save the Dogs, sei medici veterinari e quindici operatori, tutti volontari. Gli stessi, che in quel parcheggio di Quarto Oggiaro hanno scongiurato a Dea il rischio della leishmaniosi e, indirettamente, contribuito a salvare anche Noemi.

9 luglio 2025 ( modifica il 9 luglio 2025 | 08:50)

9 luglio 2025 ( modifica il 9 luglio 2025 | 08:50)

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