
La notizia era nell’aria, venerdì 4 luglio è arrivato l’annuncio di Alberto Barbera, direttore di Biennale Cinema. Sarà La grazia di Paolo Sorrentino il film di apertura, il 27 agosto, della 82ª edizione della Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia. «Mi piace ricordare — sottolinea Barbera — che uno dei più importanti e apprezzati autori italiani a livello internazionale esordì proprio a Venezia nel 2001 con il suo primo film, L’uomo in più, nei miei primi anni da direttore artistico. Un legame consolidato con la presentazione fuori concorso dei primi episodi della serie «The Young Pope» (prima e seconda stagione) e, soprattutto, con È stata la mano di Dio che, nel 2021, si meritò il Leone d’argento – Gran Premio della Giuria».
Sorrentino per ora non commenta. Ma il ritorno in gara al Lido — dopo il passaggio in concorso a Cannes 2024 dell’opera precedente, Parthenope (oltre 7 milioni e mezzo di euro di incasso) —, fa tornare in mente le sue lacrime di quattro anni fa, nel ricevere il Leone d’argento. «Il giorno del funerale dei miei genitori il preside della mia scuola mandò una piccola rappresentanza di soli quattro compagni. Io ci rimasi male. Ma vorrei dirvi che oggi c’è tutta la classe. Voi». Neanche per l’Oscar a La grande bellezza si era commosso così. «Dovete avere pazienza perché sono molto emozionato».
Non si sa molto di questo nuovo lungometraggio, l’undicesimo del regista napoletano, 55 anni appena compiuti. Nella comunicazione ufficiale la Biennale si limita ai dati tecnici: «La grazia, scritto e diretto da Paolo Sorrentino, è un film Fremantle, prodotto da The Apartment, società del gruppo Fremantle, da Numero 10, e da PiperFilm che distribuirà il film in Italia. Mubi detiene i diritti mondiali del film, esclusa l’Italia. The Match Factory gestisce le vendite internazionali».
Sorrentino aveva dato mesi fa un breve accenno. «L’unica cosa che vorrei dire è che con Toni Servillo da una ventina d’anni vogliamo fare un film d’amore, come quelli di Truffaut. Ma non vorrei passare da Fellini a Truffaut in un colpo solo. I detrattori comunque dovranno impegnarsi di più. Con Toni abbiamo trovato la chiave per declinare la nostra idea di amore in un film».
È ambientato in diverse città italiane (le riprese hanno toccato Torino, tra Accademia delle Scienze e Bocciofila Tesoreria, ma anche Roma, a piazza di Spagna), accanto a Servillo c’è Anna Ferzetti. «Un film destinato a lasciare il segno per la sua grande originalità e forte sintonia con il presente», anticipa il direttore Barbera.
Secondo la rivista Deadline la trama ruoterebbe intorno agli ultimi giorni di vita di un immaginario presidente della Repubblica italiana. Tiene la bocca cucita l’amico Toni Servillo. «Non ho mai parlato di un film prima del regista, quindi tocca a Sorrentino. Posso solo dire che è il mio settimo film con lui e che è stato girato in un’atmosfera piena di entusiasmo come fu per
L’uomo in più e Le conseguenze dell’amore».
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4 luglio 2025
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