
Davide Van De Sfroos si farà in due per Lo Spirito del Pianeta. Il cantante laghée, cantore del Lago di Como, è atteso sabato a Casirate d’Adda, nel verde del Bosco Grosso, uno spazio immerso nella natura dove la magia del festival dei popoli indigeni del pianeta troverà casa tra alberi, sentieri e spazi aperti, in un connubio tra natura e cultura; e sabato 2 agosto sarà a Piario presso l’azienda agricola Ol Pera, in una cornice suggestiva tra prati e montagne (ingresso 10 euro).
Van De Sfroos, cosa ci farà ascoltare?
«Gli show estivi sono dedicati alle canzoni storiche. Non a un album in particolare da celebrare, ma a “Van De best”, la raccolta di 49 brani che ripercorrono la mia storia dall’inizio. Canzoni che tutti conoscono a memoria, da cantare e ballare insieme».
C’è una canzone che è più adatta al momento storico che viviamo?
«Brani come “Sciur Capitan” e “Il reduce” fanno capire che un proiettile non può essere una cosa buona. Il mondo è pieno di ultrà pronti ad alzare la loro bandiera, mentre si muore in modo esponenziale, sotto gli occhi di tutti. Se bombardano una scuola e muoiono 300 bambini, io vedo i loro corpicini nel mio giardino, come se dovessi scavalcarli. E sto male di notte. Invece, il sangue e la violenza sono ovunque, dalle fiction alla Play. Ci fanno sfogare».
In questo contesto, le tribù dello Spirito del Pianeta cosa ci insegnano?
«Il rispetto della diversità. Fin da bambino ero felice di far parte di un pianeta con mille tendenze e colori, multietnico e multicolor, dove ogni altitudine ha musiche, lingue e colori. Altrimenti, l’universo sarebbe stato piatto. Se l’Italia, ad esempio, perdesse i suoi dialetti, avremmo una nazione che parla come un navigatore satellitare. La diversità ci smuove: se, invece, fosse un cassetto vuoto e chiuso, saremmo poveri. A livello culturale e spirituale, i popoli indigeni ci arricchiscono di insegnamenti, che ritroviamo nello yoga oppure nella meditazione. Possiamo scegliere di essere bigotti oppure spiriti liberi. Questo è il senso dello Spirito del pianeta».
Nel concreto, però, così non accade.
«Abbiamo distrutto e avvelenato la Terra e i suoi abitanti con violenze, esclusioni, disarmonie, esagerazioni, per seguire l’arroganza di pochi; abbiamo fatto svanire interi popoli oppure li abbiamo relegati in uno stato terzomondista. Oltre agli eclatanti casi dei popoli bombardati, non vediamo quelli che costantemente sono sterminati con una semplicità banale, come gli aborigeni della foresta amazzonica con le infezioni batteriche o i nativi americani che abbiamo confinato nelle riserve e ai quali abbiamo fatto conoscere l’alcol che su di loro ha avuto effetti centuplicati. Noi europei siamo arrivati Oltreoceano, abbiamo costruito ferrovie e palazzi, ma non sapremo mai come si sarebbe sviluppata la civiltà degli indiani».
Allo Spirito del Pianeta ha stretto amicizia con qualcuno in particolare?
«Ho condiviso il palco con Pioggia di fuoco, azteco, che arriva da una tribù vicino al Messico; mi ha raccontato di aver avuto un grave incidente e, durante il coma, mentre era nell’aldilà, ha visto i guaritori della sua famiglia: una volta “tornato”, ha fatto fatica a riconoscere questo mondo. È una persona semplice, che viaggia e ringrazia costantemente per quello che la vita gli offre».
In passato il suo cantare in dialetto ha suscitato le simpatie della Lega.
«Non sono mai stato collegato alla Lega: avendo scarsa o quasi nulla attitudine alla politica, mi guarderei bene dallo sventolare un qualcosa. Anzi, ho una confusione e fobia per la politica. Forse la Lega semplicemente, constatando che canto in dialetto, ha pensato che per il suo pubblico fosse più facile ascoltare me che i Metallica».
Si è esibito alle feste del Carroccio?
«È capitato che suonassi a feste degli alpini organizzate dalla Lega e cantassi “Pulenta e galena fregia”, ma mai canzoni politiche. Come risposta ho avuto ringraziamenti per aver accettato di esibirmi e, da altre parti politiche, un certo prurito. Ma sono vicende di cui non amo parlare».
Vai a tutte le notizie di Bergamo
<!–
Corriere della Sera è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati.–>
Iscriviti alla newsletter di Corriere Bergamo
3 luglio 2025
© RIPRODUZIONE RISERVATA