
Due sconosciuti, un uomo maturo, fascinoso, enigmatico, di nome P., e una giovane donna, Silvia, si ritrovano in uno squallido bar della periferia milanese, tutti i martedì alla stessa ora. L’uomo ha voglia di raccontare, la donna di ascoltare, per scoprire la verità su sua sorella, Federica, morta in un incidente stradale devastante e molto sospetto. L’uomo misterioso conferma di aver vissuto un amore travolgente e tormentato con Federica e si dice pronto a rispondere a tutte le domande di Silvia, a una sola condizione: che Silvia non faccia nulla per scoprire la sua identità. Gli incontri sveleranno a Silvia particolari sconcertanti della sorella. Ma fino a che punto quest’uomo dice la verità?
«L’amore non lo vede nessuno» è il nuovo romanzo di Giovanni Grasso, anche autore dell’adattamento teatrale che l’11 luglio debutta al Festival dei Due mondi di Spoleto (Teatro San Simone, fino al 13 luglio) con la regia e l’impianto scenico di Piero Maccarinelli. Protagonisti, Stefania Rocca (Silvia), Giovanni Crippa (P.) e Franca Penone (Eugenia, amica di Silvia).
«Un thriller psicologico ed esistenziale – lo definisce Grasso – Una storia contemporanea, dove nessuno è veramente colpevole, ma nemmeno veramente innocente, e che rimanda alle debolezze, quindi all’umanità di ciascuno di noi. I personaggi sono di fantasia, ma le dinamiche che si creano tra loro sono molto plausibili e sono ispirate alla cronaca, a esperienze vissute o raccontate».
Non è la prima volta che le opere del giornalista parlamentare, portavoce e consigliere del Presidente Mattarella, diventano spettacoli sempre diretti da Maccarinelli: il primo era basato su «Fuoriusciti», scritto da Grasso espressamente per il palcoscenico; il secondo tratto dal romanzo «Il caso Kaufmann». «Questo terzo romanzo – precisa – l’ho scritto già pensando all’adattamento drammaturgico, quindi con molti dialoghi, poche descrizioni ridotte all’essenziale, molta azione. Il titolo è una frase tratta da un Sermone di Sant’Agostino che, prima di diventare vescovo e poi santo, ha condotto una vita dissoluta. Ha conosciuto l’amore carnale, profano, prima di abbandonarsi all’amore di Dio. E l’amore tossico, manipolativo è una delle componenti del testo».
Nonostante frequenti ormai da tempo, con i suoi testi, il teatro, per Grasso è un assoluto debutto al Festival spoletino. «Un sogno che si realizza – ammette – Vedere la propria opera prendere corpo e voce su uno dei più importanti palcoscenici italiani non ha prezzo. Il Festival è un traguardo».
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2 luglio 2025
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