LONDRA – Violenza e abusi sessuali cominciati all’età di soli 7 anni, un tremendo circolo vizioso che si è spezzato solo con il suicidio. A due mesi dalla sua morte, il Times pubblica i diari di Virginia Giuffre, da cui emergono nuovi particolari sulla sua tragica storia. La donna che con le sue accuse aveva schiacciato potenti come il principe Andrea, Jeffrey Epstein e la compagna Ghislaine Maxwell, e che ad aprile si è tolta la vita senza poter riabbracciare i tre figli, è stata tradita – stando alla famiglia – anche dall’uomo che una volta aveva rappresentato la possibilità di salvezza, il marito.
Aveva appena 41 anni quando, nel ranch di Neergabby, nell’Australia occidentale, Giuffre si è suicidata: per la prima volta i fratelli della donna e la cognata raccontano i particolari degli ultimi anni di Virginia, paladina delle vittime di molestie e soprusi, volto della lotta pubblica contro uomini all’apparenza intoccabili e allo stesso tempo una donna che non è riuscita a uscire da circostanze insopportabili. Dopo l’ultima violenza, l’allontanamento dei figli Christian, Noah ed Emily, non ha avuto la forza di reagire.
Epstein e il principe Andrea
Era tenendo in braccio la figlia appena nata che – stando alla sua stessa ricostruzione – Virginia aveva trovato la sua voce, puntando il dito per la prima volta contro Epstein e il giro in cui era rimasta coinvolta, appena 15enne, nel resort di Donald Trump in Florida, Mar a Lago. Lì era stata notata da Maxwell, che l’aveva presentata come massaggiatrice a Epstein immettendola in un traffico di porstituzione minorile in cui, come aveva raccontato Giuffre, veniva passata da un uomo all’altro «come fossi un piatto di frutta».
Tra i clienti, il principe Andrea, figlio della regina Elisabetta, con il quale, sosteneva, Giuffre aveva avuto rapporti sessuali tre volte. Andrea ha sempre negato, sostenendo addirittura di non ricordare di aver mai incontrato Giuffre, ma alla fine aveva chiuso la causa nella quale era rimasto coinvolto con un risarcimento di, sembra, circa dieci milioni di sterline. Da allora è stato privato di ogni ruolo reale e costretto a fare vita privata.
Cosa c’è nei diari
Già dopo il terzo parto, Robert Giuffre – racconta a Sky il fratello minore di Virginia – aveva cominciato a picchiare sua moglie: un pugno in faccia, stando ai diari della donna, e poi diversi calci all’addome. Virginia lo aveva conosciuto nel 2002 in Thailandia, dove Maxwell ed Epstein l’avevano mandata in viaggio premio: era un istruttore di arti marziali di bell’aspetto. Virginia se ne era innamorata e, invece di tornare negli Usa come aveva promesso, si era rifugiata in Australia con lui, sposandolo appena 10 giorni dopo averlo incontrato.
Al Times la famiglia ha mostrato i diari della donna, i suoi messaggi, le fotografie che la ritraggono con la faccia livida dalle botte. Dopo aver perso il lavoro, sostengono, Robert aveva cominiciato a bere, aveva sperperato i soldi incassati da Virginia con scommesse e investimenti mal pensati.
«Virginia ha combattuto contro alcuni degli uomini più potenti al mondo, ma alla fine la sua battaglia più dura è stata a casa» ha sottolineato la cognata Amanda. Robert, infatti, negli ultimi tempi era riuscito ad ottenere un’ingiunzione che vietava a Virginia di avvicinare i figli.

Le violenze del marito
Lei nell’ultimo anno di vita si era scritta tutto, entrando nei dettagli di una relazione violenza caratterizzata da «coercizione fisica ed emotiva». «Più diventavo forte, più si faceva minaccioso», si legge. La coppia per anni aveva abitato tra gli Usa – dove tuttora vivono i due fratelli di Virginia – e l’Australia.
Nel 2015, Virginia aveva denunciato il marito per aggressione in Colorado: «violenza domestica», riporta il fascicolo della polizia. Nell’agosto 2023, sottolinea la famiglia, i fratelli e la cognata parlarono con Virginia della necessità di divorziare, ma la coppia rimase insieme un altro anno, prima di trasferirsi in case separate nel 2024, in Australia.
A gennaio un tentativo di tornare insieme per il 15esimo compleanno di Emily e, apparentemente, un nuovo caso di violenza: Virginia sostenne di essere stata picchiata ferocemente, Robert, invece, che fu Virginia a picchiare lui. Entrambi denunciarono il caso alla polizia australiana, Robert chiese e ottenne l’affidamento temporaneo dei tre figli, tra lo sconcerto della famiglia di lei.
Nessun familiare ai funerali
Poche settimane dopo, un post di Virginia sui social, in cui la donna sosteneva di essere stata investita da un autobus e di avere pochi giorni di vita. La ricostruzione della polizia non riconosce la versione di Virginia: per la famiglia il post rappresentava «un’ultima, disperata richiesta di aiuto».
Dopo il suicidio, un’ulteriore «violenza». La salma venne rilasciata al marito, che organizzò una cerimonia privata alla quale i fratelli e la cognata non vennero invitati. Ora parlano, affinché la versione di Virginia e la sua storia non vengano dimenticate. «Non volevo che finisse così» racconta il fratello Sky. «Non volevo una battaglia, ma come società abbiamo fretta di zittire le donne che subiscono violenze e dobbiamo smettere di comportarci così».
2 luglio 2025 ( modifica il 2 luglio 2025 | 15:00)
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