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Paramount pagherà 16 milioni di dollari a Trump per una intervista a Kamala Harris

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Sedici milioni di dollari. È questo il prezzo che Paramount Global pagherà a Donald Trump per chiudere la causa intentata da Donald Trump riguardo l’intervista a Kamala Harris sul programma «60 Minutes», andato in onda lo scorso autunno sulla Cbs. La somma non verrà versata direttamente al presidente americano, ma sarà destinata alla sua futura biblioteca presidenziale. L’azienda si è anche impegnata a pubblicare le trascrizioni scritte delle future interviste di «60 Minutes», da 57 anni la trasmissione giornalistica più seguita d’America., con i candidati presidenziali. Ma non ci sarà una lettera di scuse.

Il servizio è andato in onda durante la campagna presidenziale dello scorso autunno che vedeva in corsa Harris e Trump. L’allora candidato repubblicano alla Casa Bianca Trump aveva chiesto 10 miliardi di dollari di risarcimento, sostenendo che la rete non avesse trasmesso alcune risposte goffe e contradditorie della candidata democratica per «far pendere la bilancia a suo favore» alle elezioni. Successivamente, a febbraio, Trump ha aumentato la sua richiesta di risarcimento danni a 20 miliardi di dollari.

Secondo il New York Times «l’accordo è il segno più chiaro finora che la capacità di Trump di intimidire le principali istituzioni americane si estende anche al settore dei media». La Cbs è entrata in mediazione con il tycoon ad aprile, nonostante prima avesse affermato che la causa era «completamente infondata», cosa che era stata avvalorata anche dal parere di diversi avvocati, i quali ritenevano che la Cbs avrebbe prevalso in tribunale, in parte perché la rete non aveva riportato nulla di fattualmente inesatto e poi perché il Primo Emendamento concede agli editori ampio margine di discrezionalità nella presentazione delle informazioni.

Tuttavia la causa del presidente era giudicata un potenziale ostacolo al completamento della fusione da 8,4 miliardi di dollari con Skydance Media, che richiederà l’approvazione della Federal Communications Commission statunitense. Un portavoce del team legale di Trump ha dichiarato in una nota che l’accordo è «un’altra vittoria per il popolo americano» ottenuta dal presidente, che ha chiesto conto «ai media che diffondono notizie false». 

L’intesa con la Paramount segue la decisione di Abc News, di proprietà di Walt Disney, di chiudere una causa per diffamazione intentata da Trump. Nell’ambito di tale accordo, reso pubblico il 14 dicembre, l’emittente ha donato 15 milioni di dollari alla biblioteca presidenziale di Trump e si è scusata pubblicamente per i commenti del conduttore George Stephanopoulos, che aveva erroneamente affermato che Trump era stato ritenuto responsabile di stupro.

Un altro precedente è la transazione, siglata da Meta Platforms, la società madre di Facebook e Instagram, che il 29 gennaio aveva accettato di pagare circa 25 milioni di dollari per chiudere una causa intentata sempre da Trump per la sospensione dei suoi account da parte dell’azienda dopo l’attacco del 6 gennaio 2021 al Campidoglio degli Stati Uniti. 
  Il 17 dicembre, il presidente Usa ha intentato una causa contro il quotidiano Des Moines Register  per il sondaggio pubblicato il 2 novembre, che mostrava Harris in vantaggio di tre punti percentuali su Trump in Iowa. Il tycoon chiede un risarcimento danni non specificato e un’ordinanza che vieti al Des Moines Register di impegnarsi in «atti e pratiche ingannevoli e fuorvianti» relativi ai sondaggi. Un rappresentante del Des Moines Register ha affermato che l’organizzazione conferma la propria posizione e che la causa è infondata. Il 30 giugno Trump ha ritirato la causa federale e l’ha ripresentata presso un tribunale statale dell’Iowa.

2 luglio 2025

2 luglio 2025

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