
La foto dell’alto fa ancora pensare a qualcosa di alieno planato sul versante ionico del Tavoliere salentino: quell’anello perfetto sorprese e l’automotive mezzo secolo fa e resta all’avanguardia nel 2025. Dal 2012, insieme a tutte le strutture che ne fanno parte, è stato acquistato dalla Porsche Engineering, una società del gruppo Porsche e rinominato Nardò Technical Center. Ma l’idea originaria è stata italiana e si deve a Fiat, che dopo cinque anni di lavori su una superficie di circa 700 ettari, lo inaugurò il Primo luglio 1975 con la denominazione SASN (Società Autopiste Sperimentali Nardò) che successivamente diventò Fiat Centro Test. Un gioiello dotato di attrezzature tecniche per attività di sperimentazione a qualsiasi livello e oltre 20 piste di prova tra cui il circuito di 12,6 km di circonferenza e con un diametro di quattro km che resta la pista circolare più veloce al mondo. Un anello divenuto rapidamente iconico.
L’anello è doppio
In realtà si tratta di un doppio anello. Quello esterno ha quattro corsie per auto e moto con inclinazione variabile tra il 4% ed il 22,5% per un totale di 16 metri di larghezza, mentre quello interno, per i camion, ha una larghezza di 9 metri. Non tutti sanno, invece, che all’interno del tracciato anulare è presente un circuito tradizionale, il Nardò Handling Track, lungo 6222 metri: un unico rettilineo e sedici curve di ampiezza e pendenza laterale sempre differenti. Come si pensa sempre a Nardò come il luogo dei record di velocità quando nel complesso vengono condotte prove di ogni genere, da quelle di guida autonoma a scenari complessi di handling passando per la validazione dei sistemi di ausilio alla guida.
Primati incredibili
Ovviamente i primati fanno notizia e un tabellone sulla pista li ricorda tutti. Il primo importante fu realizzato da Mercedes-Benz che con la C111-IV, nel 1979, superò per la prima volta il limite dei 400 km/h, raggiungendo una velocità di 403,978 km/h, completando un giro completo dell’anello in 1 minuto e 57 secondi. Come resta mitico quello della Volkswagen W12 nota anche come “Volkswagen Nardò” che nel 2002 stabilì il record mondiale di velocità media su 24 ore, coprendo una distanza di 7740,576 km ad una velocità media di 322,891 km/h. Ma di primati qui se ne sono visti per ogni veicolo, con ogni alimentazione e diversi tra loro. L’ultimo in ordine di tempo, infatti, riguarda le due ruote: lo spagnolo Ivan Cervantes, a bordo di una Triumph Tiger 1200 GT Explorer è entrato nel Guinness World Record per la maggiore distanza percorsa in sella ad una moto in 24 ore: ben 4012,53 km.
Un luogo super protetto
Al di là delle grandi possibilità offerte ai record di velocità, Nardò deve la sua fama anche alla posizione isolata e alle severe misure di segretezza che riesce a offrire. Per i costruttori automobilistici, l’opportunità di eseguire dei test estremi è fondamentale. In poche settimane si riescono ad ottenere, ad esempio, dati sulla resistenza alla corrosione per tutto il ciclo di vita di una vettura, oppure riprodurre le condizioni climatiche di diverse regioni, come piste off-road africane o carreggiate bagnate anche in giornate soleggiate. In questo modo, viene consentito agli sviluppatori di eseguire una grande quantità di test nello stesso luogo, evitando i lunghi spostamenti per le forniture di materiali e gli elevati costi di trasporto.
2 luglio 2025 (modifica il 2 luglio 2025 | 09:34)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
2 luglio 2025 (modifica il 2 luglio 2025 | 09:34)
© RIPRODUZIONE RISERVATA