
Una Ferrari che stempera quella comprensibile apprensione che può cogliere chi non si è mai messo al volante di una supercar del Cavallino. E una Ferrari per chi, invece, con la vocazione da pilota, e un po’più scafato, vuol sentire, quando preme sull’acceleratore, che sta proprio guidando una Ferrari. Due Ferrari, dunque? No, una sola. Ma con due anime: è la nuova Amalfi.
«Porterà nuovi clienti»
La bandiera di una “rinnovata sportività con lifestyle” come l’ha voluta definire, il direttore marketing, Enrico Galliera nella presentazione alla stampa, al Centro Stile di Maranello. Coniugare sportività ed eleganza per raggiungere l’obbiettivo di, «portare all’interno della famiglia Ferrari più clienti nuovi che possano provare una sensazione di guida meno estrema ma ugualmente divertente. Una Ferrari che consente di essere utilizzata in tantissime situazioni diverse, in compagnia o da soli e magari per farsi semplicemente una piacevole guidata». Motore twin turbo V8, 3855 centimetri cubici, 640 cavalli (venti in più della Roma), velocità massima 320 chilometri all’ora e un’accelerazione da 0 a 100 km/h in 3,3 secondi. Il tutto confezionato in 4 metri e 66 centimetri di lunghezza,1,97 di larghezza e 1,30 di altezza, con un peso forma di 1470 chilogrammi. Avrà pure due anime ma questi sono numeri scritti con la penna di una vera Ferrari.
Potenza e controllo
E, a proposito di ansia da prestazione, Gianmaria Fulgenzi, responsabile sviluppo e capo progetti dei modelli Ferrari aggiunge: «Abbiamo lavorato molto, non solo per migliorare aerodinamica e propulsione ma anche sulla gestione della vettura, perché, nel momento in cui il motore eroga tutta la sua potenza, l’Amalfi deve poter essere controllata e mostrarsi e dimostrarsi al nuovo guidatore completamente stabile. In questo modo, qualunque cosa possa fare il driver, la vettura resta dov’è, è assolutamente tranquilla, prevedibile e non crea nessun tipo di apprensione. Poi, certo, mano a mano che la macchina comincia ad assumere posizioni da Sport, Race etc ecco che viene fuori quel Dna Ferrari che fortemente abbiamo voluto e che, di conseguenza, fa sentire quali sono i cavalli della vettura».
Gli interni
E gli interni? Per la prima volta troviamo uno schermo centrale da 10,25 pollici che aiuta nell’interazione delle principali funzioni sia dal lato passeggero sia da quello del conducente. Particolarissimo anche il «bridge» che attraversa tutto l’abitacolo, realizzato in alluminio anodizzato fresato, da un blocco di materiale pieno che alza ulteriormente l’asticella del lusso percepito nella vettura.
«Le Ferrari sono opere d’arte»
Ma come nasce il progetto di una Ferrari come l’Amalfi? A spiegarlo è Flavio Manzoni, che guida il team di designer della Casa di Maranello. «Con quella fase particolarmente bella e suggestiva che noi chiamiamo metaprogettuale, dove ancora non stiamo pensando un oggetto con le quattro ruote, ma lo pensiamo come una scultura che, in qualche modo cerca di incarnare un’idea, un concetto». Una frase che descrive benissimo questo approccio è quella del famoso artista e scultore Costantin Brancusi: «La semplicità è una complessità risolta. È un approccio che racconta efficacemente lo spirito di pulizia, di essenzialità che abbiamo voluto dare alla linea dell’Amalfi. Massima purezza, minimo numero di dettagli possibile ma anche, nello stesso tempo, una linea che si deve accostare bene a quelli che sono gli stilemi della nuova gamma Ferrari». Un prezzo di 240 mila euro e prime consegne il prossimo anno, secondo i tempi e i modi dettati dai ferraristi di lungo e nuovo corso, cui è stato dato modo di conoscere in anteprima la vettura, in un sontuoso evento che ne ha radunati oltre un migliaio da ogni parte del mondo. Ad Amalfi, ovviamente.
1 luglio 2025 (modifica il 1 luglio 2025 | 22:40)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
1 luglio 2025 (modifica il 1 luglio 2025 | 22:40)
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