
Vincenzo De Luca lancia la palla nella metà campo del Governo e prende tempo. Cerca di allontanare quanto più è possibile la fine della legislatura regionale che coinciderebbe peraltro con il termine della sua esperienza di governo al vertice di palazzo Santa Lucia. L’argomento forte speso da De Luca per cercare di ottenere una proroga riguarda i tempi di approvazione del bilancio preventivo e il rischio di paralizzare la successiva attività amministrativa.
«Decide il Governo — taglia corto De Luca — noi più che segnalare il problema non possiamo fare». Ma poi ritorna sull’argomento. «Nell’ultima riunione della Conferenza delle Regioni, il presidente Fedriga (del Friuli-Venezia Giulia, ndr) ha spiegato in termini elementari che non c’è il tempo materiale per approvare i bilanci nelle regioni che vanno al voto. Decide il Governo. Se dobbiamo andare a votare in questi termini, per me non c’è alcun problema, basta che si sappia che non si approveranno i bilanci di previsione e, dunque, si paralizzerà l’attività normale di programmazione di finanziamenti delle Regioni interessate. Noi più che segnalare i problemi non possiamo fare anche per evitare i commenti idioti da parte di qualcuno che pensa che stiamo tirando i tempi». E ribadisce: «Abbiamo segnalato un problema oggettivo. Ed è un problema dell’Italia se cinque regioni non approvano i bilanci di previsione. Comunque possiamo vivere tranquilli lo stesso. Io dormo sereno».
Secondo la normativa regionale la data delle elezioni dovrebbe essere fissata entro 60 giorni dalla scadenza della legislatura che si intende conclusa il quinto anno successivo alla proclamazione degli eletti. In questo caso si andrebbe a finire alla fine di novembre (al massimo ai primi di dicembre). E questa circostanza fornisce a De Luca l’occasione per perfezionare il proprio ragionamento. «Sapete — osserva — che le elezioni regionali precedenti sono slittate in avanti di 4 mesi a causa del Covid. In Campania avremmo dovuto votare a maggio. Invece la consultazione c’è stata a settembre. Dobbiamo quindi spostare tutte le scadenze istituzionali in avanti di 4 mesi e questo significa che quest’anno le Regioni che vanno al voto non potranno approvare i bilanci di previsione entro dicembre come previsto per legge e quindi andranno in esercizio provvisorio. Così per mesi la Regione resterà ancorata all’ordinaria amministrazione e non potrà programmare e fare investimenti. Abbiamo posto il problema e abbiamo avuto la conferma che siamo un Paese con una concentrazione di idioti unica al mondo. Abbiamo posto il problema per predisporre una finestra tale da consentire l’approvazione del bilanci di previsione in tempo utile, ma non si sa con chi parlare».
Sta di fatto che una data in questo momento non c’è. E questa circostanza crea grande incertezza. Anche per quanto riguarda la possibilità per i sindaci di partecipare alla competizione elettorale per la Regione. In via precauzionale hanno già lasciato la carica di primo cittadino il sindaco di San Giorgio a Cremano Giorgio Zinno e quello di Ercolano Ciro Buonajuto, entrambi collocati nell’ambito del centrosinistra, democrat il primo, renziano il secondo.
La richiesta di rimodulare appunto la finestra, avanzata da De Luca, suscita la reazione da parte dell’opposizione di centrodestra. Se ne fa portavoce l’eurodeputato e segretario regionale di Forza Italia, Fulvio Martusciello. «Marche e Toscana — ricorda l’esponente azzurro — voteranno a settembre. Lì ci sono presidenti seri che fissano la data delle elezioni e non chiedono proroghe. In Campania la data delle elezioni resta un mistero». Martusciello non risparmia la sua ironia. «De Luca — accusa — è scappato con il calendario e a luglio ancora non sappiamo quando si voterà. La data delle elezioni non appartiene a lui, ma ai cittadini campani». Bocciata dunque la possibilità di un intervento nazionale per consentire di intervenire sulla data delle regionali. «Una legge che prevedesse un prolungamento o un accorciamento della legislatura sarebbe incostituzionale. Lo ha detto anche il presidente dell’Anci (l’associazione dei comuni italiani) Gaetano Manfredi». L’eurodeputato afferma di non avere preclusioni. Purché non intervengano interventi “esterni”. «De Luca — afferma — ci dica quando si vota. Per noi, tranne il 23 novembre, data di lutto per la Campania (ricorrerà il quarantacinquesimo anniversario del devastante terremoto dell’Irpinia, ndr) va bene qualsiasi giorno».
2 luglio 2025
© RIPRODUZIONE RISERVATA
2 luglio 2025
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