
A parte il melodrammatico titolo, «Da rockstar ad assassino», vale la pena vedere la miniserie in tre puntate il b (la parte esplicativa del titolo) uscita in Francia il 27 marzo ed ora disponibile su Netflix.
Si ricorda perché la memoria è labile, il fattaccio di cronaca rosa che si trasforma in nera quando nel 2003, Bertrand Cantat, tormentata rockstar del gruppo Noir Desir, in testa alle classifiche francesi e popolare anche in Italia, uccise in una stanza d’albergo a Vilnius, in Lituania, dove si stava girando un film su Colette, la compagna 41enne, l’attrice Marie Trintignant, figlia del noto Jean-Louis, che fino alla sua morte, avvenuta nel 2022, soffrì atrocemente per la perdita della figlia, deceduta il 1° agosto dopo alcuni giorni di coma, avuta con la compagna Nadine Marquand.
Prima fatto passare per un delitto passionale, il caso Cantat è stato uno dei più atroci femminicidi: sbattuta violentemente contro il muro e poi schiaffeggiata e riempita di pugni dal vigoroso compagno, fu uccisa per gelosia. La prima moglie del del cantante, Krisztina Ràdy, difese strenuamente l’ex marito durante il processo anche se tutti confidavano a porte chiuse la violenza di un uomo possessivo nei riguardi delle donne. Alla fine ebbe una condanna di 8 anni: ne scontò solo 4, per buona condotta.
Fu un caso di larga popolarità che divise la Francia (dove i femminicidi sono cento all’anno) sollevando molte questioni morali, soprattutto poi sul rientro di Bertrand ai concerti, applauditissimo: tutto sembrò dimenticato.
Nel secondo tempo di questa bruttissima storia, l’ex moglie e madre dei suoi due figli, nel frattempo tornata insieme al marito a Bordeaux in regime di mezza separazione, si suicidò impiccandosi nel 2010 (il corpo venne scoperto dal figlio dodicenne), probabilmente a causa della prigione psicologica e materiale in cui l’aveva chiusa Cantat.
Ma la star non ebbe problemi anche dopo la morte della seconda compagna – un vero remake – figura che è stata totalmente dimenticata, eppure vittima di una violenza incredibile (lo strappo del cuoio capelluto) da parte di un angelo sterminatore alto 1,90 per 85 kg. di peso.
In Italia il caso ebbe una popolarità ridotta, ma tornò alla ribalta dopo la scoperta del metodo Weinstein, il #MeToo e i vari episodi di molestie e violenze sulle donne non solo nel mondo dello spettacolo. Quello di Marie è oggi uno dei più classici femminicidi, ne aveva tutte le prerogative, partendo dal maschio brutale, geloso e possessivo nella sua violenza domestica.
Così lo raccontano la giornalista e co-regista Anne-Sophie Jahn (insieme a Nicolas Lartigue) che al copione ha lavorato quattro anni per l’enorme complessità oggettiva dell’argomento che anche oggi provoca silenzi: dopo oltre 20 anni, c’è ancora radicata omertà nel parlare sia fra parenti e amici di lei come fra quelli di lui, compresi i colleghi della band che poi si sciolse.
Forse perché è un caso di cronaca che coinvolge due star, di cinema e musica, un nome notissimo come quello della famiglia Trintignant. Come nel film su Johnny Depp e la causa contro Vanessa Paradis, anche qui largo spazio è dato alle udienze in tribunale a Vilnius, con momenti imbarazzanti che partono da una serie di menzogne dette da Cantat per evitare il peggio: ore di confessione vera e finta, poi passata attraverso la macchina dei media (il delitto passionale, l’incidente, erano i temi sostenuti dall’avvocato per scagionare l’intenzionalità) e i gossip incrociati dall’audience, anche quando il processo si trasferirà a Parigi.
L’attualità rimane oggi impressionante e lo testimoniano le dichiarazioni fatte da persone vicine ai due protagonisti, Lio, amica della vittima (altri non furono ascoltati) e Richard Kolinka, batterista padre di uno dei quattro figli avuti da Marie Trintignant, da uomini diversi.
Il clan del cantante, con l’importante sigla della Universal, era certo potente, capace di condizionare l’opinione pubblica, mentre la famiglia Trintignant era distrutta dal dolore e non faceva rock, ma cinema d’essai.
Intanto Cantat lavora ancora col suo gruppo dei Détroit, anche se la sua fascinazione, che ha resistito a lungo, ha subito decisi rallentamenti dopo il #MeToo. Nel cast molti personaggi interpretano sé stessi, si vedono molti brani documentari, spezzoni d’archivio, le lacrime di Jean-Louis, il timido giovanotto sulla spyder del Sorpasso con Vittorio Gassmann.
2 luglio 2025
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